Stramaccioni: “Primo allenamento alla Pinetina rimane indelebile. Vi svelo come convinsi Moratti. E su Cassano…”
L'allenatore è da pochi giorni volato in Iran per una nuova avventuraDopo l’esperienza fallimentare e burrascosa allo Sparta Praga, ad accogliere il ritorno di Andrea Stramaccioni è stata la formazione iraniana dell’Esteghlal. Nuova ed intrigante avventura, dunque, per l’ex tecnico di Inter e Udinese alle prese con un campionato senz’altro distante anni luce per cultura calcistica dal nostro. Eppure, l’entusiasmo e la voglia di fare bene sono alle stelle, come si può intuire dalle parole del tecnico italiano rilasciate nella lunghissima intervista per gianlucadimarzio.com. Dagli esordi a Roma, alla panchina dell’Inter, ecco i ricordi italiani di Stramaccioni:
ROMA E SPALLETTI – “Sono romano e romanista, cresciuto a San Giovanni, era un sogno essere lì. Sono stato selezionato nella Roma di Bruno Conti, Vito Scala e Totti. Romanità al 100%. Una volta mi si avvicina durante una partita e inizia a darmi consigli, a scherzare. È nato un grande rapporto, ancora oggi gli devo qualcosa. Grazie a lui ho imparato molto. Con l’arrivo della nuova proprietà, e soprattutto l’uscita della famiglia Sensi, stava cambiando qualcosa. Inoltre dopo 6 anni di settore giovanile volevo misurarmi con una ‘primavera’ e quindi presi questa decisione molto sofferta di lasciare. Andai a Trigoria per salutare tutti, non riuscii a trattenere le lacrime”.
INTER – “Ricordo il primo allenamento alla Pinetina, qualcosa di indelebile, lo porterò sempre nel cuore. Moratti, suo figlio, Branca e Ausilio mi aspettavano nello studio. Il presidente aveva un blocco di carta e una penna, mi chiese di scrivere come avrei fatto giocare l’Inter. Si convinse così. Snejider, Milito, Zanetti, Julio Cesar, Maicon. Calciatori strepitosi, ragazzi fantastici, campioni che mi hanno aiutato a diventare un professionista. Ho un ottimo rapporto con ognuno di loro, ma anche con Stankovic, Chivu, Cambiasso, Samuel, Cordoba e tutti gli altri”.
LITE CASSANO – “Non cambio la mia opinione tecnica su Antonio. Ha un talento incredibile, degno dei più forti giocatori del mondo, l’ho voluto io fortemente all’Inter. Oggi ha una bellissima famiglia e mi dispiace che non giochi più, ma di tutto il resto non mi interessa parlarne”.
E per finire:“Le partite più belle sono state quella contro la Juventus all’Allianz e i 2 derby. Resta l’amarezza per i moltissimi infortuni della seconda parte di stagione, la sconfitta a San Siro contro la Lazio e la semifinale di Coppa Italia persa contro la Roma”.
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