TE LA RICORDI? – Parma-Inter, Ibra e uno scudetto sotto la pioggia
Il gigante svedese iscrisse definitivamente il suo nome nella storia nerazzurra nel piovoso pomeriggio emiliano del 18 maggio 2008MALEDIZIONE EMILIANA – Per anni l’Inter ha vissuto le sfide con il Parma, specialmente quelle in trasferta, come un vero e proprio tabù: la prima vittoria dei nerazzurri in terra Emiliana, infatti, è datata addirittura 2002, quando la squadra di Hector Cuper riuscì a imporsi per 1-2 grazie alle reti di Recoba e Di Biagio. Non è un caso, dunque, che quando nella stagione 2007/08 la squadra di Mancini si ritrovò a giocare la sfida decisiva per la vittoria del tricolore proprio nello stadio Tardini la notizia fu presa con un certo malumore.
ULTIMA GIORNATA – Ma il 18 maggio 2008 la paura degli interisti non derivava tanto dai ricordi delle sconfitte in trasferta contro la squadra gialloblu ma dalla reminescenza di un’altra data di maggio, il 5 del 2002; a sei anni di distanza da una delle più brutte cadute della storia interista, infatti, si viveva con il terrore di rivivere un altro sorpasso beffardo all’ultima curva, dopo un’intera stagione passata in vetta.
SORPASSO – E il sorpasso, in effetti, ci fu. Nella prima frazione di gioco gli uomini di Mancini si ritrovarono a sbattere ripetutamente contro il muro parmense, mentre la Roma di Luciano Spalletti, passando in vantaggio a Catania con un gol di Mirko Vucinic, andava negli spogliatoi prima in classifica e potenzialmente con lo scudetto sul petto, potendo vantare una lunghezza di vantaggio in classifica sui nerazzurri.
L’UOMO DEL DESTINO – Più passavano i minuti e più la paura diventava concreta, ma la storia di quel piovoso pomeriggio emiliano prese una sterzata decisiva quando Roberto Mancini, in accordo con il suo secondo Sinisa Mihajlovic, decise di sfoderare l’arma Zlatan Ibrahimovic. Lo svedese, in quell’anno, aveva avuto il ruolo di punta di diamante dello squadrone nerazzurro, il vero leader capace di prendere in mano la situazione anche nei momenti più difficili, ma era rimasto fermo ai box per mesi a causa di un problema fisico. Fu lui, in poco meno di 40 minuti, l’uomo del destino. Prima un destro all’angolino basso al minuto 17 della ripresa, poi dopo altri 17 minuti, numero per nulla casuale, un piatto sinistro volante su cross pennellato alla perfezione da Maicon. Un uno-due micidiale che non solo costrinse il Parma alla prima retrocessione della sua storia ma che tramortì anche, a distanza di chilometri, proprio la Roma, che subì addirittura la rete del pareggio a Catania.
In quello scenario piovoso del Tardini si scrisse uno dei capitoli più belli della storia dell’Inter, con la vittoria di uno scudetto dolce e meritato, aspettato per una intera stagione e quasi sfumato all’ultima curva.
Dal 18 maggio 2008 ogni interista benedice Ibra. E la pioggia. Soprattutto quella che di tanto in tanto scende su Parma.
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