Inter, da Pistone a Dalbert: a sinistra ne sono passati 27 in 20 anni!

Premesso che, come vedremo successivamente, con un po’ più di fortuna e tempismo avremmo potuto inserire nei top anche Roberto Carlos per la più affascinante delle sliding doors, ci limitiamo a catalogare nei top soprattutto coloro che non hanno quasi mai sfigurato del tutto. Ad eccezione di Javier Zanetti, che terzino sinistro non lo era ma nella sua lunga vita nerazzurra ha ricoperto più volte e ovviamente con successo anche quel ruolo, tutti gli altri hanno fatto parte di compagini più o meno vincenti, quasi a sottolineare come anche un giocatore non fenomenale possa calarsi bene nella sua parte se inserito nel contesto giusto. E’ il caso di Giuseppe Favalli, arrivato all’inizio del primo ciclo di Mancini, che rappresentò una boccata di ossigeno rispetto ai vari Gresko e compagnia. È il caso di Fabio Grosso, che non è stato il calciatore decisivo conosciuto ai Mondiali di Germania (a proposito: era quello il vero Fabio Grosso?), ma che non ha certamente fatto male rispetto a chi lo ha preceduto in nerazzurro. Oppure Maxwell: prima di andare a Barcellona, il brasiliano si è spesso guadagnato gli applausi di San Siro per le sue folate offensive e per il grande dinamismo. Senza contare che è tra i calciatori con più trofei conquistati nella storia del calcio. Ed è infine, e soprattutto, il caso di Cristian Chivu, all’Inter dal 2007 al 2013, che, pur essendo più un terzino di contenimento che di attacco – e non a caso Mourinho lo utilizzava soprattutto quando in Champions era necessario marcare a uomo l’esterno offensivo avversario – è entrato nel cuore dei tifosi anche per l’attaccamento alla maglia.

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