2 Novembre 2011

Thiago Motta scatenato: “La colpa é nostra, ma non molliamo. Questa sera…”

In una lunghissima intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, Thiago Motta si apre più del solito e interviene su moltissimi temi caldi di questo inizio di stagione nerazzurro. CAMPIONATO E CHAMPIONS – Thiagone inizia facendo il punto delle diverse situazioni in Europa e in Italia: “Brutta la differenza tra Champions e campionato ma oggi, purtroppo,  l’Inter in formato italiano vale gli 8 punti che ha. Lo so che è faticoso dirlo, ma non è giusto illudere gli interisti, anche perché forse ad inizio stagione lo abbiamo già fatto: siamo noi che non abbiamo fatto bene, non c’entrano gli arbitri o chissà cosa. E quand?è così bisogna dire tutta la verità. Per quello che abbiamo fatto finora, non meritiamo di più. Teoricamente, presi uno per uno, a livello di qualità valiamo molto di più, ma cosa si vede da fuori? Si vede che Juve, Milan e Napoli, ma anche l’Udinese, la Lazio e forse altre, oggi valgono più dell’Inter. In un momento così delicato è difficile prevedere che livello potrai raggiungere più avanti, anche se è ovvio che spero di arrivare a fine stagione ed essere lì a giocarmi lo scudetto con loro. La differenza non è enorme, in questo campionato c’è chi corre ma non c’è ancora nessuno che vola: però per il momento stiamo dietro, siamo lontani, perché in campo non dimostriamo quello che dimostrano loro”. ETO’O E MILITO – Il nerazzurro spende qualche parole anche sull’ex compagno Samuel Eto’o: “Senza mancare di rispetto a nessuno, lui faceva la differenza. Tanta differenza“. Poi esamina anche il momento di Diego Milito: ” Lo vedo giù di morale perché un attaccante come lui ha bisogno di fare gol. Non è questione di tornare quello di due anni fa, ma di tornare quello che è. Gli servono fiducia e l’aiuto di tutti: il nostro, quello della società, dei tifosi, di tutti. Lo merita, per quello che ha fatto per l’Inter”. DA GASPERINI A RANIERI – “Quando c’è un cambio in panchina, significa che c’è qualcosa che non va. Però sarebbe una scusa: meglio se ognuno guarda a quello che sta sbagliando. Gasperini fa parte del passato, preferisco non aggiungere nulla se non che lui è un grandissimo allenatore e che è stata più colpa nostra che sua: gli allenatori sono importanti, ma alla fine contano i giocatori, quello che fanno. Quando sento parlare di atteggiamento, di concentrazione, un po’ mi viene da ridere: o sei di livello, oppure non lo sei, è inutile fare tanti discorsi. E oggi, anche se non siamo diventati scarsi da un giorno all’altro, non siamo quelli che due anni fa hanno vinto tutto. Forse l’aver giocato la Coppa America oggi non sta dando una mano ai sei che erano in Argentina, ma tutto il resto lascia il tempo che trova, anche perché in campo non vedo tutta questa differenza fra noi e gli altri a livello di condizione. E? altro che fa la differenza”. Gli viene chiesto se con “altro” si riferisce al nuovo allenatore Claudio Ranieri e lui risponde cosi’: “E? un uomo tranquillo e sa trasmettere la sua tranquillità: in un momento difficile può essere importante. Ma non intendevo questo. Per vincere serve giocare bene e giocare bene significa sapere quando colpire e quando invece tenere la palla, serve migliorare il gioco con la palla, dunque tenerla di più, e meglio: se regali tanti palloni è dura per forza, non puoi rincorrere sempre per 90?. Molto meglio fare come due anni fa, quando erano gli altri che dovevano rincorrere noi. Nel calcio di oggi nessuno può permettersi di non correre, ma ognuno deve farlo alla sua velocità: io non sono veloce come Eto?o o Messi, ma si può aiutare un compagno anche pensando e tenendo il pallone un secondo in più“. “MI TROVO MEGLIO COME INTERNO” – Thiago Motta risponde anche a domande di natura tattica: “Io ho fatto un po’ tutto: mediano, terzino sinistro, interno di centrocampo, anche centrale in difesa. Così so di cosa può avere bisogno un compagno che gioca dove io ho già giocato. Detto questo, io non sono velocissimo, da uno contro uno: mi serve un giocatore davanti, non so stare di schiena all’avversario. L’ideale è quando siamo in due davanti alla difesa; in un “rombo” sto meglio al centro; in un centrocampo a tre con tre punte, meglio da interno”. INTER-LILLE – “Far bene contro il Lille significherebbe anzitutto dare continuità a quanto fatto perlomeno in Champions, perché lì abbiamo fatto bene, e poi prendere un po’ di spinta per ripartire anche in campionato. Perché è vincere, e poi continuare a vincere, che ti dà fiducia, ti fa dire “Ma allora possiamo fare meglio di così“. Anche se è meglio che io non pensi che queste due partite possono essere così importanti Perché in campo io sono l’esatto contrario di quello che sono fuori: caricarmi troppo rischia di condizionarmi, invece in partite così è importaNte controllarsi”. ERRORI ARBITRALI – Il centrocampista nerazzurro parla anche di un tema che ha preso molto rillievo in questo inizio di stagione, quello degli errori arbitrali a sfavore dell’Inter: “Anomalo, ma non me lo voglio spiegare, altrimenti mi vengono pensieri che non portano da nessuna parte: meglio pensare che sia una coincidenza, e che sia finita quiCENTESIMA PARTITA ITALIANA -Ecco cosa risponde Thiago Motta quando gli viene chiesto perché segna quasi soltanto in casa: “Sarà perché a San Siro mi sento a casa. Ma facciamo così: ne segno uno in casa in Champions contro il Lilla e finalmente uno fuori in campionato, domenica a Genova…” Poi gli viene chiesto quale partita si ricorda con maggior piacere dopo cento partite con una maglia italiana e lui risponde stupito: “Ah sì? Non faccio mai questo genere di conti, non ci tengo. La partita più bella é stata sicuramente quella del 4-0 al Milan, due anni fa. E non sapete quanto vorrei dire la numero 100“. E noi con lui.