Dalla trattativa con Moratti alla cessione a Suning: la storia di Thohir all’Inter

Era il 10 maggio del 2013 quando in Italia iniziano a circolare le prime voci che raccontano la trattativa esistente tra Massimo Moratti ed Erick Thohir per il passaggio della maggioranza dell’Inter al magnate indonesiano. Il leader maximo nerazzurro, dopo aver toccato l’apice del successo nel 2010 con la conquista del Triplete, inizia a vedere la sua Inter vivere un lento, ma inesorabile declino che la porta nel giro di pochi anni fuori dall’Europa che conta, con stagioni anonime e campagne acquisti vissute all’insegna di acquisti low-cost. In quegli anni la parola d’ordine più ricorrente in casa Inter diventa ‘Fair Play Finanziario’: ci troviamo, infatti, nel periodo nel quale la UEFA inizia a introdurre questo nuovo sistema di controllo dei conti dei club e l’Inter, in tal senso, risulta essere una delle società più in difficoltà nel progetto di autogestione finanziaria imposto dagli organi di controllo. Serve un cambio di passo nella strategia e, soprattutto, nel modo di gestire la società: la gestione familiare di Moratti non è più attuabile, serve necessariamente passare il testimone a chi possa essere in grado di gestire il club come un’azienda. Per questo motivo, nella mente del patron nerazzurro si inizia a fare largo l’idea di cedere il club e, in quel preciso momento storico, Erick Thohir, a capo di una cordata indonesiana, sembra essere l’uomo più adatto al quale cedere la maggioranza di uno dei più grandi amori della sua vita: vale a dire l’Inter. Ripercorriamo le tappe che hanno caratterizzato l’esperienza di Thohir all’Inter. SCORRI LE SCHEDE --> Tutte le news sull'Inter in tempo reale: iscriviti al canale Telegram di Passioneinter.com IL MOMENTO DELLA TRATTATIVA Gli organi di stampa iniziano a diffondere le prime indiscrezioni sull’offerta presentata da Thohir per rilevare il 75% delle quote dell’Inter: vale a dire 300 milioni di euro. Il magnate indonesiano, intanto, inizia a fornire i primi segnali concreti di interesse nei confronti del club di Corso Vittorio Emanuele ed esce alla scoperto, retwittando un messaggio postato da un tifoso, contenente degli hashtag dal significato assolutamente inequivocabile #Forzainter e #nerazzurri. Pochi giorni dopo, sempre su Twitter, Thohir pubblica un altro post che lascia poco spazio alle interpretazioni, scrivendo “I need to start learn italian” (Devo imparare l’italiano). Il 18 giugno, poi, nel corso di una delle sue solite interviste rilasciate sotto la sede della Saras, Massimo Moratti conferma la trattativa in corso con il tycoon indonesiano, ribadendo che la cessione andrà in porto solo se farà il bene dell’Inter. Dopo una fase di stallo, con Moratti che – sempre ai microfoni dei giornalisti – aveva bluffato, sostenendo di non aver alcuna intenzione di cedere l’Inter – arriva il momento che sulla carta si pensava potesse essere quello della svolta: il 26 luglio Erick Thohir arriva a Milano per ratificare il passaggio di consegne, ma la trattativa vive una brusca frenata, con l’indonesiano che torna a casa senza aver concluso l'operazione. Nonostante le difficoltà tra le parti, i legali continuano a lavorare per tutta l’estate alla ricerca di un accordo definitivo. IL VERTICE DECISIVO CON MORATTI Dopo mesi di trattative, arriva il momento della svolta tanto attesa dal mondo nerazzurro: Massimo Moratti ed Erick Thohir trovano l’accordo definitivo per il passaggio di consegne del 70% delle quote dell’Inter nelle mani del tycoon indonesiano. Il vertice risolutivo tra i due si tiene a Parigi, lontano da occhi indiscreti, con le parti che hanno sempre continuato a lavorare per trovare una soluzione che potesse accontentare tutti. Di fatto, dunque, l’era Moratti è finita, ma il patron nerazzurro è chiamato a partecipare ad un ultimo consiglio d’amministrazione da numero uno dell’Inter che si svolge il 30 settembre 2013. MORATTI ANNUNCIA LA CESSIONE A THOHIR Cala il sipario sulla dinastia Moratti alla guida dell’Inter, con Massimo che annuncia la cessione del club ad Erick Thohir. E’ lo stesso numero uno nerazzurro a dare la notizia che segnerà un’epoca del calcio italiano e non solo: “E’ stato firmato tutto, credo che tra poche ore arriverà anche il comunicato ufficiale. Se resterò Presidente? Non lo so ancora”. Nel frattempo, diventano ufficiali le cifre del passaggio di consegne, con Massimo Moratti che ha ceduto alla cordata indonesiana facente capo ad Erick Thohir il 70% delle quote dell’Inter per 250 milioni di euro. Si tratta di un cambio di proprietà dalla portata storica, con il club di Corso Vittorio Emanuele che per la prima volta nella sua centenaria storia avrà una proprietà straniera. Nel nuovo board interista, oltre al nuovo proprietario, entrano a far parte anche i soci Roslan Roeslani e Handy Soetedjo. THOHIR DIVENTA IL PRESIDENTE Il 15 novembre del 2013, giorno dell’assemblea straordinaria convocata dall’Inter per ratificare il passaggio di consegne da Massimo Moratti ad Erick Thohir, rappresenta anche la data nella quale ha inizio la presidenza del magnate indonesiano che diventa il nuovo numero uno del club di Corso Vittorio Emanuele. Nel corso della conferenza stampa successiva all’assemblea straordinaria, Thohir prende la parola e spiega le sue intenzioni: “Il nuovo management dovrà rendere l’Inter una squadra nuovamente vincente, bella ed entusiasmante. Un club in salute dal punto di vista finanziario che possa competere a livello internazionale. Nei prossimi 2-3 anni sarà una grande sfida per noi portarla tra i primi 10 club del mondo”. In quell’occasione Thohir parla in italiano solo una volta, ma lo fa in modo piuttosto particolare, dicendo: “Chi non salta rossonero è...”. PRIMA PARTITA A SAN SIRO La prima partita a San Siro di Erick Thohir da nuovo presidente dell’Inter si gioca il primo dicembre del 2013 e vede la squadra allora allenata da Walter Mazzarri sfidare la Sampdoria. Il match termina con un beffardo 1-1: l’Inter passa in vantaggio nel primo tempo, grazie ad un gol realizzato da Guarin, ma all’89’ arriva la doccia gelata del pareggio siglato da Renan, abile a battere Handanovic con un bella conclusione dalla distanza. Al termine della partita, il neo Presidente nerazzurro rilascia queste dichiarazioni ai microfoni di Inter Channel: “Credo che questa squadra potrà diventare ancora più forte, bisogna essere bravi per 90’ e non solo per 45". PRIMO DERBY VINTO Il 22 dicembre del 2013 arriva la prima grande gioia da Presidente dell’Inter per Erick Thohir. Mancano pochi giorni a Natale e la squadra nerazzurra decide di fare un regalo molto speciale al Presidente – presente a San Siro – donandogli la vittoria nel derby. Una stracittadina che la squadra nerazzurra gioca decisamente meglio, ma riesce a vincere solo nel finale. Ci pensa Palacio, con uno splendido colpo di tacco su assist di Guarin, a battere Abbiati e a regalare i 3 punti a Thohir. Al momento del gol, il magnate indonesiano si lascia andare ad un’esultanza liberatoria e la stessa gioia si ripresenta sul volto di Thohir anche al fischio finale. D’altronde si sa, il primo derby vinto non si scorda mai… IL PRIMO COLPO DI MERCATO Siamo a fine gennaio 2014 e l’Inter, guidata da Walter Mazzarri, è alla ricerca di un centrocampista offensivo da mettere a disposizione del tecnico toscano. Sono due i nomi in cima alla lista della spesa del club di Corso Vittorio Emanuele: Hernanes della Lazio e Nainggolan del Cagliari. Alla fine la scelta della Beneamata ricade sul calciatore brasiliano e Thohir chiude in prima persona la trattativa con Claudio Lotito, mettendo a segno il suo primo colpo da Presidente dell’Inter. Alla Lazio vanno 13 milioni di euro più 2 di bonus, mentre il Profeta firma un contratto per 4 stagioni. IL RITORNO DI MANCINI Siamo nel novembre del 2014 e l’Inter di Mazzarri continua a faticare. A San Siro si presenta il Verona di Mandorlini, con Icardi e compagni che non riescono ad andare oltre il 2-2, puniti nel finale da Nico Lopez che condanna al pareggio i nerazzurri. I rapporti tra Mazzarri e la piazza sono ai minimi termini e, dopo alcuni giorni di riflessione, l’Inter decide di esonerare il tecnico toscano, richiamando a Milano Roberto Mancini. Tra i tifosi nerazzurri quella scelta viene vissuta con grandissimo entusiasmo: riportare il Mancio sulla panchina della Beneamata, infatti, certifica la volontà di tornare a pensare in grande. Se, infatti, quella stagione termina in modo fallimentare – con i nerazzurri che arrivano all’ottavo posto – in estate il club di Corso Vittorio Emanuele ritorna ad essere protagonista in sede di calciomercato, portando a Milano diversi calciatori importanti come Miranda, Kondogbia, Perisic e Jovetic. L’Inter, dunque – nonostante i soliti paletti del Fair Play Finanziario che l’affliggono – riesce a concludere un’ottima campagna acquisti e tra i tifosi si riaccende l’entusiasmo. L'ADDIO DI FASSONE Nell'estate del 2015 l'Inter si rende protagonista di una campagna acquisti molto importante, condotta in prima persona da Piero Ausilio, con il supporto di Marco Fassone. La coppia agisce in simbiosi ed il manifesto di quell'estate è rappresentato senza ombra di dubbio dalla trattativa Kondogbia, con Ausilio e Fassone che si piantano per 2 giorni a Montecarlo e, alla fine, riescono a vincere il derby con il Milan, finalizzando l'acquisto del centrocampista francese dal Monaco. Al termine della sessione estiva di calciomercato tutto sembra procedere nel migliore dei modi, ma in casa Inter arriva un fulmine a ciel sereno: il club di Corso Vittorio Emanuele, infatti, decide di mandare via Marco Fassone, con una scelta che lascia tutti piuttosto sorpresi. Alla base della separazione c'è il dualismo esistente tra lo stesso ex dirigente della Juventus e Bolingbroke, a.d. scelto direttamente da Thohir. LA CESSIONE A SUNING Siamo nel giugno del 2016 e nel giro di poche settimane si conclude una vera e propria trattativa lampo che porta Thohir a cedere la maggioranza delle quote dell’Inter al gruppo Suning, facente capo a Zhang Jindong. L’acquisto del club di Corso Vittorio Emanuele da parte del colosso cinese sancisce la definitiva uscita di scena di Massimo Moratti che cede le sue quote di minoranza a Suning, con quest’ultimo che diventa proprietario del 68,55% delle quote dell’Inter. A Thohir, invece, resta il 31%, mentre ai piccoli azionisti va il restante 0,45. Il magnate indonesiano, però, conserva la carica di Presidente e spiega i motivi che lo hanno portato a cedere il club nerazzurro a Suning: “Ho deciso di cedere la maggioranza dell’Inter per rendere il club più forte attraverso un partner strategico come Suning, in una realtà forte come quella cinese. Il nostro obiettivo è quello di costruire un’Inter globale, che non perda i suoi valori. Una società che riesca a calarsi nella realtà italiana che deve necessariamente crescere se vuole competere con i campionati più importanti d’Europa”. ADDIO MANCINI, ARRIVA DE BOER Nell’agosto del 2016, dopo una stagione conclusa al quarto posto – che in quel momento storico non garantiva l’accesso in Champions League – in casa Inter si rompe qualcosa: Suning è diventata proprietaria della maggioranza del club da poche settimane, ma di fatto ha lasciato la gestione del club a Thohir e Bolingbroke, con Ausilio sullo sfondo. Di fatto, in casa nerazzurra si respira un clima di grande incertezza, e in questo scenario i rapporti tra Mancini, la dirigenza e Thohir non sono più idilliaci. Il tecnico di Jesi non è contento per il mercato e in più di un’occasione lascia intravedere segnali di nervosismo. Nonostante questo, il Mancio resta sulla panchina nerazzurra fino a due settimane dall’inizio del campionato, ma ormai il copione del film ha un finale già scritto: i dissidi con dirigenza e proprietà sono troppo forti e le strade di Mancini e dell’Inter si separano. A quel punto Thohir – che aveva ancora un peso importante nell’Inter per quanto riguarda le decisioni di natura tecnica - compie una scelta davvero molto rischiosa: vale a dire quella di puntare su Frank de Boer, ex allenatore dell’Ajax, con zero esperienza da tecnico al di fuori dei confini olandesi. La scelta si rivelerà fallimentare, con l’Inter che dopo pochi mesi sarà costretta ad esonerare de Boer, consegnando la panchina a Pioli. L'ADDIO DI THOHIR A ottobre 2018 scade il mandato di Erick Thohir come presidente dell'Inter e si chiude di fatto anche la sua avventura alla guida del club nerazzurro. Il tycoon indonesiano, infatti, resta per il momento in possesso del 31% delle quote nerazzurre, ma presto dovrebbe cedere definitivamente a Suning. La parentesi di Thohir nel ruolo di Presidente dell'Inter si chiude senza alcun trofeo conquistato e con il quarto posto - che è valso l'accesso alla Champions League - come miglior risultato della sua Presidenza. Va però sottolineato come già dalla scorsa stagione il contributo di Thohir alla causa nerazzurra sia stato piuttosto limitato, con il tycoon che ha lasciato il controllo e la gestione del club interamente nelle mani di Suning. La sua presidenza sarà ricordata come una presidenza di transizione: un passaggio fondamentale che ha consentito al club di Corso Vittorio Emanuele di passare nelle mani del colosso cinese. Ormai, però, Thohir fa parte del passato, con il futuro nerazzurro che vedrà alla guida della Beneamata il Presidente più giovane della sua storia: vale a dire Steven Zhang. Tutte le news sull'Inter in tempo reale: iscriviti al canale Telegram di Passioneinter.com

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Nunzio Corrasco - Autore

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Nunzio Corrasco
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