E’ rimasto molto forte il legame tra Erik Thohir e la sua Inter. L’ex presidente nerazzurro, che si è ritrovato a guidare il club in uno dei momenti più difficili in assoluto della sua storia, ha dato comunque una grande mano sotto l’aspetto economico per far tornare la società tra le migliori d’Italia e d’Europa.
Nonostante l’Inter non abbia vinto nulla sotto la sua presidenza, uscendo fuori dai radar della Champions League, la gestione Thohir sotto l’aspetto finanziario è stata comunque preziosa. Un’esperienza che nell’intervista sulle pagine del Corriere dello Sport il presidente della Federcalcio Indonesiano ha ricordato con grande piacere, rivelando di essere ancora un super tifoso dell’Inter.
RITORNO IN SERIE A – “E’ capitato che qualche tifoso mi chiedesse di tornare in Italia. Ma non potrei mai farlo. Amo troppo l’Inter. Il legame è troppo forte. Sono sempre un tifoso e seguo tutti i risultati. Se ho festeggiato per lo Scudetto? Sì, sono stato contentissimo”.
CRESCITA INTER – “L’ho detto fin dall’inizio. Sono arrivato per aiutare l’Inter a crescere e a ritornare in alto. Magari qualcuno avrebbe potuto mirare subito alto, ma io conoscevo bene la situazione ed era necessario recuperare innanzitutto. La sostenibilità finanziaria era fondamentale. Alla riprova dei fatti e delle promesse che avevo fatto allora, dopo 5 anni, l’Inter è tornata a giocare in Champions League. E avrebbe potuto arrivarci anche prima, quando c’ero io, se le squadre italiane qualificate fossero state 4 e non 3. Voglio aggiungere un’altra cosa”.
NUOVO STADIO – “Sì ne ho parlato anche Gerry Cardinale, quando ci siamo incontrati di recente qui a Giacarta. Gli ho detto che la strada giusta è proprio di fare il nuovo impianto insieme. E sarà un bene anche per la serie A. All’epoca ne avevo discusso pure io con Barbara Berlusconi, che però ha poi voluto proseguire da sola (per poi rinunciare, ndr). Così, avevo provato a chiedere al sindaco di Milano di avere San Siro per l’Inter, ma ho dovuto fermarmi davanti alla complessità di leggi e regolamenti”.
LEGAME CON L’INTER – “Si, ho anche incontrato Massimo Moratti l’ultima volta che sono stato a Milano. Ausilio? Me lo saluti, visto che non ci sentiamo da tempo. Sono stato io a nominarlo direttore sportivo. Ho sempre pensato che fosse un valido manager. E lo sta dimostrando”.
ZHANG – “Ho perso i contatti. Quando ho lasciato la presidenza della società, ho preferito anche lasciargli campo libero, evitando di interferire”.
CESSIONE OAKTREE – “Sì l’ho letto sui giornali. Dico solo che ai miei tempi, il debito del club era solo di 160 milioni, mentre ora è molto più alto”.
IDOLO IN QUESTA INTER – “Certo che c’è. Ma prima voglio spiegare perché avevo fatto il nome di Ventola. Non avevo detto che era il mio preferito, ma, soltanto, che conoscevo anche lui tra tutti i giocatori nerazzurri della storia. Sarebbe stato troppo semplice indicare uno dei tanti grandi campioni che tutti ricordano. Oggi, quindi, faccio il nome di Dimarco. Ai miei tempi era solo un ragazzo delle giovanili, adesso è diventato ora uno dei migliori della squadra. Avrei potuto citare Lautaro Martinez, ma sarebbe stato troppo facile”.
BIS SCUDETTO – “Come tutti i tifosi, anche io voglio vincere ad ogni occasione. L’Inter è ancora la più forte. Ha giocatori straordinari, come Lautaro, appunto, Thuram, Barella e Bastoni, oltre a Dimarco. Attenzione, però, alle altre grandi, che stanno tornando: Juventus, Milan e Napoli. Sarà un campionato combattuto”.
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