Protagonista di una lunga intervista fiume al Corriere della Sera, Marcus Thuram ha parlato del suo ruolo in campo e della sua vita fuori dal campo, soffermandosi a lungo anche su questi primi mesi all’Inter. Queste le sue parole:
SONNO PESANTE – “Dormo tanto, sulle 14 ore al giorno. Ma dopo le partite faccio più fatica, soprattutto quando vinciamo…”
FELICITÀ – “Sono così da quando ero piccolo: felice della vita, di tutto. E ancora di più in campo, coi miei compagni, a fare quello che amo di più. Il sorriso aiuta ad essere più forti? Non so, perché ci sono tanti caratteri diversi e c’è bisogno di tutti per fare una grande squadra. Però quando ero piccolo la gente non capiva e non apprezzava sempre il mio modo di essere. Non a tutti piaceva questa mia allegria e si facevano sempre paragoni. Crescere con mio padre è stato bellissimo, ma non è stato un vantaggio. Inter felice perché vince o vince perché è felice?Tutte e due le cose: amiamo veramente giocare assieme, siamo un gruppo molto unito. Sono arrivato a luglio, ma mi sembra di essere qui da tanti anni”.
NUMERO 9 – “Da quando ero piccolo tutti mi dicevano che un giorno sarei stato un numero 9, ma a me non piaceva molto: volevo stare sull’ala, dribblare, prendere la palla. L’anno scorso a inizio stagione ho avuto una discussione con mio padre: ci siamo detti le cose e ho scelto di giocare centravanti. Un 9 alla Benzema? A me piace molto, è un’ispirazione di sicuro. E un giorno vorrei arrivare al suo livello: ci provo”.
CRESCITA – “Ho imparato tantissimo e spero di imparare ancora tanto: posso crescere dappertutto, nel dribbling, nella corsa, nella difesa, nel tiro. Mi fermo spesso dopo l’allenamento a fare del lavoro extra, sul campo e con i video. Sono migliorato molto nel posizionamento senza palla, perché qui in Italia si lavora tantotatticamente e si impara che un movimento può aiutare un compagno”.
HENRY – “Lo sento tanto. Mi dà consigli sulla vita, non solo sul calcio”.
SCUDETTO – “Vittorie su Juve e Roma decisive? Penso che tutte le partite siano importanti per lo scudetto, poi vedremo alla fine: ci sono ancora tante gare importanti. E noi proviamo a prendere i 3 punti in ogni partita”.
LUKAKU – “Grandi prestazioni contro Lukaku? È solo un caso. E non credo che l’assist contro la Juve all’andata fosse meno pesante: per me gli assist valgono come i gol”.
CATTIVERIA – “Sto diventando un po’ più cattivo in area e sto provando ad attaccare la porta diversamente. Sono arrivate due deviazioni dei difensori, speriamo che la prossima volta tocchi a me”.
ATLETICO MADRID – “Proviamo ad essere pronti a ogni partita. E questa sarà durissima, contro un avversario forte: sarà bella”.
RENDIMENTO – “Cosa penso del mio rendimento? Io non penso niente. Quando sono arrivato all’Inter non ho sentito quello che diceva la gente. Sono arrivato per aiutare la squadra, avevo parlato con Ausilio già
due anni fa, poi l’infortunio mi ha bloccato. Contava solo quello che pensavano lui e il mister su di me: ho lavorato, ho ascoltato tanto anche i compagni e sono contento di quello che sto facendo”.
CASO MAIGNAN – “Mike l’ho sentito. Quello che è successo è qualcosa di brutto, ma non qualcosa di nuovo. Uscire dal campo è stato il gesto giusto, anche delle squadre. Speriamo che si possa progredire, perché sono cose che si ripetono da tempo e niente sembra cambiare”.
FRATELLO – “Mio fratello Kephren è forte? Sì. Più forte di me”.
CAMPIONATI – “In quali campionato farei bene? Ovunque. Per me un calciatore che può far bene in Italia, può farlo anche in Inghilterra: il calcio italiano non è meno forte”.
I due club hanno un ottimo rapporto
Il difensore nerazzurro rimane ai box
L'attaccante del Bologna è un obiettivo dei nerazzurri sul mercato
L'intervista rilasciata dal centrocampista turco
I retroscena di mercato del centrocampista
La promessa dell'attaccante francese