TOP 5 – Buon compleanno Inter: i cinque migliori allenatori nerazzurri della storia

Introduzione In 111 anni di storia l'Inter ha avuto 85 allenatori. Alcuni sono rimasti nel cuore dei tifosi per i trofei conquistati o per il loro attaccamento alla squadra. Noi di PassioneInter.com abbiamo stilato una classifica con 5 allenatori che hanno scritto la storia della società. Herrera Per tutti i tifosi nerazzurri, Helenio Herrera, è stato l’allenatore della “Grande Inter”, una squadra leggendaria, capace di conquistare 3 scudetti, 2 Coppe dei Campioni e 2 Coppe Intercontinentali, dal 1962 al 1967. L’argentino, inoltre, ha rivoluzionato la figura dell’allenatore perché fu il primo a firmare un ricco contratto (22,5 milioni di euro all’anno più premi) e cambiò le abitudini dei giocatori (allenamenti, dieta, controlli serali). Il Mago, inoltre, preparava in modo maniacale le partite (a volte viaggiava di notte per andare a vedere le avversarie in Coppa Campioni). Nel 1968 lasciò l’Inter per trasferirsi alla Roma, dove rimase fino al 1973, prima di rientrare a Milano. Dovette lasciare la panchina a causa di una crisi cardiaca. E' scomparso il 9 novembre del 1997 a Venezia. Trapattoni Dopo la carriera da calciatore, Giovanni Trapattoni, iniziò ad allenare nel 1975 al Milan, per poi transitare sulla panchina della Juventus, prima di sedersi nel 1986, su quella dell’Inter. In cinque stagioni in nerazzurro vinse 1 scudetto (1988-1989), una Supercoppa Italiana (1989) e una Coppa Uefa (1990-1991). In un'intervista alla Gazzetta dello Sport, il tecnico milanese, confessò che il Tricolore conquistato con la Beneamata fu il successo più importante della sua carriera perché interruppe un digiuno che durava da molti anni e fu conquistato grazie alle prestazioni spettacolari di una squadra costruita senza sborsare grandi cifre. Simoni Dopo una lunga gavetta, l’allenatore Luigi Simoni arrivò all’Inter nel 1997. In nerazzurro ha toccato il punto più alto della sua carriera grazie alla conquista della Coppa Uefa nel 1998 e al secondo posto in campionato. Fu esonerato dopo 10 giornate della stagione successiva. Un signore nei modi e nel portamento, ha avuto un rapporto speciale con i giocatori, come quello tra un padre e i suoi figli. L’ex tecnico romagnolo, inoltre, ha raccontato che la sua squadra giocava in contropiede per poter sfruttare gli scatti di Ronaldo e ha definito quel periodo come "un sogno dal quale non avrebbe mai voluto svegliarsi". Un'esperienza che deve essere ricordata e vissuta ogni giorno guardando le fotografie appese nelle sua casa. Mancini Il destino di Roberto Mancini era quello di lavorare a Milano. Risale, infatti, al 1996 il mancato trasferimento dell’ex numero 10 della Sampdoria nel capoluogo lombardo, a causa di un ripensamento. Il sogno dell'ex presidente Massimo Moratti divenne realtà nell'estate del 2004, quando il tecnico jesino, subentrò al posto dell’esonerato Alberto Zaccheroni. Da quel momento iniziò una lunga storia durata 4 anni contraddistinta dalle vittorie di 3 scudetti, 2 Coppe Italia e 2 Supercoppe italiane. Poi allenò il Manchester City e il Galatasaray, prima di tornare all’Inter nel 2014, quando prese il posto di Walter Mazzarri. Nel suo biennio non riuscì a replicare i successi ottenuti nel passato e la sua esperienza si concluse con le dimissioni per via dei contrasti con Suning. L'ex giocatore Osvaldo rivelò di aver dato un cazzotto all'attuale commissario tecnico della Nazionale, al termine della sfida contro tra la Juventus della stagione 2014-2015, finita 1-1. Mourinho L’allenatore portoghese, arrivò all’Inter il 2 giugno del 2008 per sostituire Roberto Mancini. Nella sua prima stagione vinse lo scudetto e la Supercoppa Italiana, nella seconda conquistò lo storico Triplete. Il suo periodo in Italia, inoltre, è stato contraddistinto da alcune frasi pronunciate durante le sue conferenze stampa come lo “Zero Tituli” e dalla sua capacità di attirare l’attenzione su di sé per proteggere i giocatori. Il suo gesto più famoso fu, invece, quello delle manette, avvenuto il 20 febbraio del 2010 a San Siro contro la Sampdoria, che gli costò 3 giornate di squalifica e 40 mila euro di multa. In quella circostanza i nerazzurri si ritrovarono in 9 contro 11 al termine del primo tempo, per la doppia espulsione di Samuel e Cordoba.

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