TOP 5 – Buon compleanno Inter: i momenti più alti della storia nerazzurra

Il 9 marzo 2019 è il compleanno dell'Inter e da spegnere ci sono 111 candeline. Il calcio ha vissuto e vive tutt’ora metamorfosi continue, ma se c’è una cosa che rimane sempre intatta e non si modifica mai è il DNA di ogni squadra. I nerazzurri hanno la loro pazza e imprevedibile attitudine. Ripercorrendo le vicende della Beneamata nei 111 anni di storia, è emozionante rendersi conto come gli eventi si ripetano con una costante ben precisa: nulla è scontato. Ogni vittoria è stata sudata, combattuta, messa in bilico e in discussione, ma poi ottenuta come solo i nerazzurri sanno fare. Scegliere cinque instanti, cinque storie che danno il senso di cosa sia davvero l’Inter è un compito ai limiti del possibile. Per farlo serve scendere a compromessi, poiché ci vorrebbero libri interi, ma sono questi i momenti più iconici. 5. Il primo scudetto interista È il 24 aprile 1910 e l’Inter è campione d’Italia. Per la prima volta la formazione milanese ottiene il riconoscimento più grande del calcio nostrano. Bastano due anni, un mese e quindici giorni per raggiungere la vetta. Già nel primo grande momento di gioia salta fuori lo stile interista. La classifica parla chiaro: Pro Vercelli e Inter chiudono in testa a pari punti a quota 25. Serve lo spareggio da giocare in Piemonte, poiché i campioni in carica si ritrovano una migliore differenza reti. Le polemiche incidono non poco nella sfida. I padroni di casa chiedono un rinvio causa assenza dei migliori calciatori, impegnati in un torneo militare. La federazione non lo concede e la partita la giocherà la primavera. Risultato: 3-10 per i nerazzurri e prima, pazza, vittoria. 4. 1954 al cardiopalma e che vittoria sulla Juventus! Archiviato il periodo di luci e ombre post bellico, l’Inter torna a vincere lo scudetto nel ‘53. La stagione successiva è caratterizzata dalle polemiche per il gioco a catenaccio adottato da mister Foni (poi allentato 'grazie' anche alla parentesi discendente di due interpreti fondamentali come Blason e Giovannini) ma anche da un campionato non per i deboli di cuore, deciso all’ultima giornata. Nella formazione interista sono presenti nomi di spessore, come Nyers e Skoglund, entrambi simboli della rinascita dei primi anni ‘50. I nerazzurri conquistano una strabiliante vittoria sulla Juve: 6-0 al Meazza. Il meglio, però, arriva alla fine con l’ultima giornata spartiacque. Inter e bianconeri si giocano tutto a distanza. A Milano, la Triestina del mitico Nereo Rocco in panchina è battuta 4-2 e la classifica sentenzia Inter 51 e Juve 50. Goduria pura per i tifosi della Beneamata. 3. L’Inter dei record Le immagini diventano più nitide e i ricordi prendono forma in maniera più chiara. La stagione 1988-1989 spezza la regola della “Pazza Inter”. In riva al naviglio nerazzurro non si vince lo scudetto da 9 anni e il successo in patria è atteso come manna dal cielo. Il campionato è a senso unico: nessun dubbio, gli uomini di Trapattoni sono nettamente superiori a tutti. Campagna acquisiti sontuosa con gli arrivi, tra gli altri, di: Matthäus, Brehme, Berti e Díaz. L’annata è “dei record” e i motivi sono molteplici. Serie A a 18 squadre e 58 punti conquistati su 68. Mai nessuno si spingerà fino a questa vetta. 10 squadre sono state sconfitte sia all’andata che al ritorno. In totale sono arrivate due sconfitte, con Torino e Fiorentina. Solo la Juve è uscita senza le ossa rotte nel doppio confronto, ottenendo due pareggi. Insomma, l'eccezione che conferma la regola interista. Per una volta l’imprevedibilità e il DNA nerazzurro sono stati messi da parte per far spazio al dominio totale. 2. La Grande Inter Nel calcio il soprannome “Grande” è affibbiato a poche squadre. Poterlo vantare vuol dire essere riusciti non solo a vincere ma a creare un prima e un dopo. Esiste un periodo antecedente al Grande Torino e uno successivo. Il medesimo ragionamento vale per l’Inter di Angelo Moratti. L’anno simbolo è il 1965. Nell’annata passata arrivò il primo successo europeo con la conquista della Coppa dei Campioni, ma in patria non andò come previsto. Il successo continentale viene bissato nel ‘65 con la stupenda cavalcata, culminata con la vittoria sul Benfica nella finale del Meazza. Vittoriosi anche nell'intercontinentale, gli uomini di Herrera mancano solo il successo in Coppa Italia, dove arrestano la corsa in finale. Lo scudetto è, invece, da romanzo. Il 31 gennaio il Milan è capolista a +7 dalla Grande Inter. Le sorti del titolo sembrano essere già indirizzate, ma alla fine dell’inverno inizia una cavalcata pazzesca che si trasformerà in sorpasso nel derby primaverile terminato 5-2. 54 punti alla fine dei giochi, con i cugini secondi a 51. 1. Il Triplete e il culmine dell’era Moratti Gli anni passano e l’Inter fatica ad aprire un nuovo ciclo vincente. Stagioni interlocutorie avanzano senza sosta e i tifosi sono ansiosi di ritornare a sognare successi di proporzioni incalcolabili, che ormai sono distanti diverse epoche. Un Moratti torna, però, alla guida dei nerazzurri nel ‘95. Massimo dopo il leggendario papà Angelo, riaccende le speranze del popolo interista. Lo scudetto viene riconquistato per la prima volta nel 2006 con Mancini, ma il giorno più importante è il 22 maggio 2010. “Milito diventa re nella notte di Madrid”, Mourinho è il condottiero che non sbaglia colpi e quella squadra fantastica e unica approda sul tetto del mondo. Una stagione perfetta, senza sbavature. L’Inter dimostra con i fatti di essere la più forte e la sentenza di aver vinto tutto ciò che veniva messo in palio, azzera le chiacchiere. É l’anno più glorioso della storia del club. Sembra passato un secolo, ma la distanza che ci separa da quei momenti magici è di solo 9 anni. Tutte le news sull’Inter in tempo reale: iscriviti al canale Telegram di PassioneInter.com

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Paolo Messina - Autore

Paolo Messina
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