Tremolada ricorda il passato nerazzurro: “All’Inter vissuti anni bellissimi”
Il fantasista della Virtus Entella Luca Tremolada ha raccontato il suo passato all'InterTra i migliori talenti passati dalle parti del ricco settore giovanile nerazzurro, Luca Tremolada, ora in forza alla Virtus Entella, ha affidato ai microfoni di Gianlucadimarzio.com i ricordi migliori della sua esperienza con la maglia dell’Inter: “All’Inter ho trascorso anni bellissimi, facendo tutta la trafila delle giovanili fino alla prima squadra. Non dimenticherò mai la prima panchina in Champions a 16 anni a Cipro contro l’Anorthosis. Sono ancora molto amico con Caldirola e seguo tutti gli altri miei ex compagni: voglio cercare di riprenderli visto che giocano quasi tutti in Serie A ed io negli ultimi tempi mi sono un po’ perso. Lo spogliatoio della prima squadra l’ho vissuto poco ma era uno spettacolo incredibile: ovunque ti giravi eri circondato da campioni. E poi il fascino di Mourinho era indiscutibile: lui era il padrone di tutto. Che emozione sentir pronunciare il proprio nome da lui durante la prima amichevole con loro. Io il pupillo di Mourinho? No, non è vero… C’erano giocatori come Obi, Destro e Caldirola che erano più nel giro rispetto a me. Quel che è certo però è che ero considerato un giocatore di qualità, in me vedeva qualcosa di speciale. Sicuramente i piedi buoni non mi sono mai mancati”.
Lasciata la Pinetina nel 2012 per passare al Como, il fantasista classe ’91, ha vissuto numerosi bassi e pochi alti: “Quando lasciai l’Inter non riuscii ad esprimermi al massimo soprattutto per colpa mia: sai, quando vieni dall’Inter magari il tuo approccio è sbagliato, pensi sia tutto dovuto, non hai la mentalità giusta. Certo, a mia discolpa posso dire che a volte coi giovani in Italia il talento non viene supportato, anzi, ma principalmente fu colpa mia. Ora, a 24 anni, voglio far bene ed arrivare più in alto possibile. E sognare, perché no: dopotutto ho una testa completamente diversa rispetto a prima. Oggi devo ringraziare in particolare Capuano e l’Arezzo per aver creduto in me: grazie a loro ho cambiato mentalità soprattutto nella quotidianità”.