Turnover, questo sconosciuto: l’Inter è la big con più giocatori “spremuti”
Il tecnico non sembra in grado di dosare a dovere le forze della rosa
Che le seconde linee non siano, a parte qualche rara eccezione, di primissimo livello, lo si è ampiamente capito. Da anni l’Inter affronta questo problema, arrivando in primavera con il fiato fin troppo corto. Tuttavia, complice di questa situazione, è inevitabilmente anche Inzaghi. D’accordo una panchina non di primissimo livello, ma gestire i titolari è una sua responsabilità. E, numeri alla mano, non lo sta facendo.
L’anno scorso l’Inter perse lo Scudetto proprio in questo periodo, inanellando un lungo filotto di pareggi e sconfitte che risultarono poi decisivi a fine anno per scucire il tricolore dal petto nerazzurro in favore del Milan. E ad aprile la situazione sarà anche peggiore, con ben 9 partite in un mese, tra cui semifinali di Coppa Italia e quarti di Champions League. Non certo il momento migliore per arrivare sulle gambe come invece è parsa l’Inter nelle ultime uscite.
Come sottolineato anche da La Gazzetta dello Sport, c’è un motivo per la stanchezza dei nerazzurri: è la squadra, tra le big italiane, che fa meno turnover. Ben 12 giocatori sono già scesi in campo per oltre 2000 minuti. Lautaro addirittura per oltre 3000. Il Napoli e la Juventus hanno solo 9 giocatori oltre tale minutaggio, il Milan addirittura solo 8. Un dato che, visto il terribile mese di aprile in arrivo, risulta molto allarmante.
L’opinione di Passione Inter
Certamente, per quanto non eccelso nella gestione delle energie, Inzaghi non ha tutte le colpe. La rosa non è stata assemblata nel migliore dei modi e quando schierate le seconde linee, Gagliardini e Bellanova su tutte, hanno quasi sempre deluso. Per questo, per paura anche di altri passi falsi, Inzaghi spreme i titolari… ottenendo però l’effetto opposto: altre sconfitte, altre critiche. Insomma la sua non è certo una situazione facile, ma chi è causa del suo mal pianga sé stesso. In primis per non vedere alcuni profili che potrebbero dare una grossa mano, come ad esempio Asllani. In secondo luogo, restare morbosamente ancorato allo stesso dogma tattico anche quando non si hanno gli interpreti adatti, è una grave lacuna. Lacuna che, a fine anno, quando si tireranno le somme, potrebbe costare all’ex Lazio anche la panchina. Inzaghi non è certo l’unico male dell’Inter, ma a volte ci mette molto del suo per complicarsi la vita.