Il rigore concesso all’Inter contro il Genoa ha riacceso le polemiche attorno al mondo nerazzurro, a detta di alcuni favorito da diversi errori arbitrali, in una stagione in cui i nerazzurri hanno raccolto 72 degli 81 punti a disposizione, risultando primi per gol fatti e subiti.
A rincarare la dose ci ha pensato Tuttosport, con ben 2 articoli sulla questione: uno è un dossier di tutti i presunti errori che avrebbero favorito l’Inter nel corso di questa stagione, mentre l’altro è un articolo di approfondimento nel quale si sottolinea come i nerazzurri non abbiano bisogno di questi tipi di favoritismi per vincere lo Scudetto.
L’accusa, poi, è rivolta anche a Nicolò Barella, chiamato in causa anche dal presidente del Genoa, Alberto Zangrillo, reo di aver reagito in modo spropositato al contatto con Frendrup. Le chiosa del quotidiano è chiara: “Dai Inter: sei troppo forte, e pure bella. Non hai bisogno di aiutini. Né di certe sceneggiate di Barella, giocatore formidabile ma quasi ostinato nel cercarsi antipatie che davvero sarebbe più facile, e opportuno, evitare”.
Ci sono diversi problemi negli articoli pubblicati da Tuttosport. In primis, lascia perplessi come un quotidiano di tiratura nazionale cavalchi l’onda delle polemiche social più sterili, per avvallare non si è capito quale tipo di messaggio. Peraltro con un tono sempre accusatorio, ma addolcito da complimenti al gioco di Inzaghi abbastanza estemporanei, che mostrano anche una scarsa dose di coraggio nel portare avanti le proprie posizioni.
E in ogni caso, quale sarebbe l‘obiettivo dietro l’apello “L’Inter non ha bisogno di aiutini”? Cosa dovrebbe fare la società nerazzurra, rifituare le decisioni prese della classe arbitrale nei suoi confronti? Una risposta non c’è, perché è proprio la natura di quanto scritto a essere fallace in partenza, a presupporre che i nerazzurri c’entrino qualcosa con quanto deciso dai direttori di gara durante le gare.
Il problema è proprio questo: la mentalità troppo diffusa nel mondo del calcio italiano di non riconoscere mai appieno i meriti di chi fa risultati migliori, ma di affiancarli sempre a un sottotesto losco, complottaro e antisportivo (esistito nei fatti, peraltro, solo in contesti a tinte non nerazzurre). E l’invito finale a Barella a evitare certi atteggiamenti potrebbe anche essere condivisibile, ma perde di senso dopo fiumi di parole che alimentano tutto tranne che la sana competizione sportiva.
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