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Tuttosport sminuisce la rosa dell’Inter: “Nata per delle casualità”

Il grande rendimento dell’Inter in questa stagione è frutto di diversi fattori. Sicuramente c’è tanto merito di Inzaghi, capace di far rendere al massimo gli uomini a sua disposizione. Al tempo stesso, va anche sottolineato il lavoro della dirigenza nerazzurra, capace di costruire una rosa completa e competitiva, nonostante le restrizioni economiche.

Lo sottolinea anche Tuttosport, con un pezzo firmato da Sandro Sabatini, che però precisa come in ciò ci sia anche una parte di casualità di cui tenere conto. Infatti, il quotidiano torinese evidenzia come alcune “sliding doors” in casa nerazzurra sarebbero frutto di contingenze del momento e di situazioni estemporanee.

Alcuni esempi sarebbero l’intuizione di Calhanoglu regista, idea nata in un momento difficile per il tecnico, che il tecnico stesso non avrebbe valutato nei mesi precedenti, provando invece al posto di Brozovic, Vecino, Barella e Gagliardini. Così come l’esplosione di Dimarco sarebbe un po’ casuale, una volta rientrato alla base dopo diversi prestiti.

Stesso discorso, anche per l’arrivo di Pavard e Bisseck, il cui sbarco in nerazzurro sarebbe stato permesso solo dal mancato rinnovo di Skriniar, sul quale l’Inter sembrava contare. Il caso più evidente, poi, sarebbe il mancato ritorno di Lukaku, che, di fatto, avrebbe permesso l’esplosione di Thuram, nonostante i nerazzurri siano comunque andati a caccia di una punta per tutta l’estate.

L’opinione di Passione Inter

La ricostruzione di Tuttosport è abbastanza faziosa e non tiene conto di molte dinamiche fondamentali per capire la costruzione della rosa dell’Inter. In primis, non si capisce come la valorizzazione di due giocatori come Calhanoglu e Dimarco possa essere un caso e non il frutto del lavoro degli stessi e di Inzaghi.

Sui difensori: la perdita di Skriniar non è stata di certo improvvisa e l’arrivo di Pavard (Bisseck è stato acquistato per sostituire D’Ambrosio) non può certo essere definito una mossa casuale. Anzi, la scelta di investire su un difensore è stata proprio figlia di una linea strategica molto chiara, che si riflette anche sull’attacco.

Il caso Lukaku è stato sicuramente un imprevisto, ma la scelta di puntare su Thuram non può essere definita allo stesso modo. Se l’Inter ha scelto di puntare su di lui, spostando l’investimento importante sul reparto arretrato è perché c’era la convinzione di poter avere molto dal francese. E questo non può essere un caso, ma il risultato di un’attenta valutazione.

Enrico Traini

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