Udinese-Inter, la lavagna tattica: Guarin dietro Palacio, Kovacic in panca
di Gianluigi Valente
3 novembre 2012, ore 22.40: è appena terminata la supersfida contro la Juventus nello stadio che fino a quel momento era rimasto immacolato. E’ l’Inter a portare la prima sconfitta allo squadrone bianconero allenato da Conte e imbattutto da oltre un anno e mezzo; è l’Inter a candidarsi per un posto nella corsa Champions, ma soprattutto per la conquista del titolo; è ancora l’Inter a far sognare i propri tifosi una nuova impresa clamorosa, dopo le abbuffate del 2010. Ma si sa, non basta una grande partita a garantire il successo finale: anzi, se non si sa gestire la vittoria in una sfida importante diventa maggiore il rischio di trasformarla nell’inizio di un calvario; dall’alto al basso, nel giro di pochi mesi. Oggi, 3 novembre 2013, alle 17.00, Cambiasso e compagni avranno appena finito di battagliare contro un’altra squadra bianconera: l’anno trascorso ha insegnato ai nerazzurri che il lavoro, l’umiltà e la giusta progettualità nel gioco e negli aspetti più tecnici vale più di una grande vittoria contro gli avversari di sempre. La speranza è che la partita di questo pomeriggio contro l’Udinese sia un segno tangibile di questa consapevolezza: oggi si parte dal basso per arrivare in alto.
LA STORIA – Quello di Udine è un campo storicamente ostico per l’Inter: nelle precedenti 47 sfide regna un sostanziale equilibrio, frutto di 17 successi nerazzurri, 18 pareggi e 12 vittorie dei Friulani, per un totale di 111 gol realizzati. La media di due gol a gara ci suggerisce che le due compagini raramente si sono affrontate a viso aperto dando vita a incontri ricchi di occasioni e reti. Ben otto volte, infatti, la partita è finita a reti bianche e in sette occasioni è stata decisa da un solo gol. Questa tendenza è stata però invertita negli ultimi quattro scontri al ‘Friuli’: addirittura sedici sono stati i gol realizzati dal febbraio del 2010 al gennaio di quest’anno; indice, questo, di una buona vena realizzativa dei due attacchi, ma anche della scarsa attenzione dei reparti arretrati.
IL MODULO – Orfano di Belfodil (squalificato), Chivu, Milito, Campagnaro e Icardi (alle prese con problemi fisici), ma con uno Zanetti in più al ritorno dopo sei mesi di inattività, Mazzarri schiererà la sua squadra con il solito 3-5-1-1 che ha fruttato 19 punti in 10 partite. In porta giocherà Handanovic, che dovrebbe aver recuperato dopo la botta subita sul campo di Bergamo martedì sera, mentre il terzetto difensivo sarà costituito da Ranocchia e Juan Jesus ai lati di Samuel; il centrocampo a cinque vedrà Jonathan e Nagatomo sulle corsie esterne rispettivamente di destra e di sinistra, con Cambiasso perno centrale e Taider e Alvarez liberi di inserirsi alle spalle di Guarin, trequartista per la prima in questa stagione, e del solito Palacio. Rispetto alla partita contro l’Atalanta, quindi, Kovacic dovrebbe accomodarsi in panchina e lasciare il suo posto al colombiano ex Porto; proprio Alvarez, dunque, è pronto a coprire il ruolo di mezzala per il quale il tecnico livornese lo vede sicuramente più portato, per via della sua facilità negli inserimenti.
OCCHIO DI RIGUARDO – Anche l’Udinese dovrebbe scendere in campo con il 3-5-1-1 tanto caro a mister Guidolin, che sulle scorribande dei centrocampisti e della mezza punta dietro al solito Di Natale ha fatto la fortuna della compagine bianconera. A proteggere Brkic, ritornato tra i pali mercoledì contro il Sassuolo, ci saranno Danilo, Hertaux e Domizzi, anch’egli alla seconda partita consecutiva dopo un lungo stop. Senza Basta sarà Pereyra a occupare il ruolo di ala destra, così da permettere l’inserimento di Lazzari come interno di centrocampo accanto ad Allan e Badu. I difensori nerazzurri dovranno rivolgere particolare attenzione alla coppia d’attacco composta da Muriel e Di Natale, con il colombiano libero di svariare sul fronte offensivo. La mobilità è proprio la caratteristica principale degli avanti bianconeri, e sarà questa la preoccupazione di Mazzarri per la fase difensiva: gli uomini di Guidolin non danno molti punti di riferimento, perciò dovranno essere i centrocampisti interisti a fare densità e a non lasciare troppi spazi agli avversari.
DOVE PUNTARE – La scelta del più muscolare Taider è proprio da leggere in quest’ottica: una mediana con Kovacic e Alvarez sarebbe stata forse un po’ leggera contro giocatori veloci come Allan, Pereyra e Badu. Contro l’Udinese una delle chiavi utili potrebbe essere anche il pressing esercitato sui difensori avversari, in modo da non lasciar iniziare l’azione dalle retrovie e da costringere la squadra ai lanci lunghi, preda probabile di Samuel e Ranocchia. Palacio e Guarin dovranno essere più mobili del solito e appoggiarsi anche all’aiuto degli esterni Jonathan e Nagatomo, il cui apporto sarà più che decisivo contro una squadra che si schiera con un modulo praticamente speculare a quello di Mazzarri. Gli ingredienti per una grande gara ci sono tutti: appuntamento al Friuli alle 15.00!