24 Gennaio 2013

Vecchi e stranieri: in Italia non c’è fiducia nei propri vivai!

L’osservatorio svizzero “CIES Football”, prendendo in considerazione i 31 principali campionati europei, ha elaborato una statistica che mostra la percentuale di giocatori che giocano nella massima serie di un paese e sono cresciuti nel settore giovanile di quello stesso paese.

Ovviamente in tale particolare statistica primeggia la Spagna, dove quasi il 26% dei calciatori che giocano nella Liga sono “fatti in casa”. L’esempio estremo è ovviamente il Barcellona, ma comunque la pratica di crearsi nel proprio vivaio il nucleo futuro della squadra è molto diffusa in tutta la penisola iberica, come dimostrano i dati.

Anche negli altri più importanti campionati le percentuali si mantengono comunque elevate: si parla del 17,5% in Inghilterra, del 21,1% in Francia e del 14,7% in Germania. Tristissima è invece la situazione dell’Italia: in serie A solamente il 7,8% dei calciatori provengono dalle giovanili dei club.

Italiani e inglesi sono inoltre i club che di più comprano all’estero, tanto che oltre il 50% dei calciatori che giocano oggi in serie A sono cresciuti in un altro paese. Si sta parlando infatti di “nazionalità calcistica” e non di carta d’identità. Giocatori come Livaja, Duncan e Mbaye per esempio fanno scendere questa percentuale, perchè sono cresciuti calcisticamente in Italia. D’altra parte l’Inter, che insieme al Benfica guida la speciale classifica delle squadre con più giocatori extracomunitari tesserati nella propria rosa, ben 15 giocatori a testa, non è per questo da considerare un cattivo esempio.

Anzi la società nerazzurra, come sappiamo, è all’avanguardia in Italia dal punto di vista del settore giovanile: il problema anche in casa Inter come in tutta la penisola rimane sempre lo stesso però. Infatti manca la fiducia nei giovani, a cui raramente viene data una vera e propria possibilità per dimostrare che possono diventare giocatori “da Inter”!