L’ex attaccante di Bari e Inter, Nicola Ventola si è concesso in una lunga intervista a FantaMasterTV, ripercorrendo le tappe più importanti della sua carriera e rivelando aneddoti e racconti molto particolari. Il primo pensiero però è andato alla drammatica situazione sanitaria per l’emergenza coronavirus: “Sono a Milano da solo. Mio figlio è in Svizzera con i nonni. Passo il tempo guardando tante serie tv, Instagram, giocando alla play-station e film. Il modo per comunicare con la famiglia si trova, in queste situazioni gli affetti e gli amici ti fanno stare bene”.
BOBO VIERI – “Con lui mi diverto, anche in campo mi chiamava “Ventola la la”: era il coro dei tifosi dell’Inter ma lui rompeva le scatole anche quando giocavamo. Una volta mi ha rotto il naso mentre esultavamo per un gol di Conceicao. Quando giocavo con Kallon ero più libero di fare la prima punta, quando giocavo con Vieri invece facevo il centrocampista aggiunto e davo una mano, ma lui mi rompeva le scatole perché voleva una mano in attacco”.
ESORDIO CON L’INTER – “Sono entrato dalla panchina insieme a Pirlo al posto di Baggio e Zamorano. Avevo 20 anni. Avevo un po’ paura di questo nuovo mondo sconosciuto. Dopo la doppietta alla prima partita e mi sono innamorato di quell’ambiente, sono diventato interista dentro”.
INFORTUNI – “Ho subito 9 interventi alle ginocchia. Devo ritenermi fortunato per la carriera che ha fatto. Ero velocissimo, poi le operazioni mi hanno fatto perdere un po’ di spunto a livello fisico e sono diventato un giocatore normale. Con le tecnologie di oggi, probabilmente avrei evitato qualche intervento”.
BARI – “Le emozioni più belle della mia vita calcistica. Mi sentivo importante e amato. Sapevo l’importanza dei derby e a Lecce ho segnato un gol e mi sono procurato un rigore. Non volevo andare via, per me esisteva solo Bari. I soldi sono importanti, ma all’epoca non me ne fregava niente di guadagnare di più all’Inter. Ho avuto parecchie discussioni con Matarrese perché non volevo andarmene”.
EUROPEO UNDER 21 – “Una squadra incredibile, allenati da Tardelli. La vittoria fondamentale è stata contro la Francia, c’erano Henry, Trezeguet, Sagnol. Una squadra fortissima, passammo grazie a una rete mia e a una punizione di Pirlo al golden goal. In finale, contro la Repubblica Ceca sono entrato in campo con il menisco rotto”.
COMPAGNI DI SQUADRA – “Zanetti, Materazzi, Seedorf, Pirlo, Vieri, Baggio, Djorkaeff, Chiesa, Signori, Zambrotta: tra Inter, Bari, Bologna e Siena ho giocato con grandissimi calciatori. Con Recoba siamo stati insieme all’Inter e al Torino. Il Chino mi massacrava alla play station, mi batteva sempre. Lui canta bene, ieri ci siamo sentiti e mi cantava “Dove e quando” di Benji e Fede”.
MAGLIETTE – “A 17 anni la scambiai con Roberto Carlos, ero un ragazzino ma non fece nessun problema. Prima di andare all’Inter, tramite il mio procuratore Giovanni Branchini. mi sono fatto dare la maglia di Ronaldo, è stata una grande emozione”.
RIMPIANTI – “Quello più grande è sicuramente lo Scudetto del 2002. Ho giocato tutta la prima parte del campionato con Kallon e quella vittoria la sentivo mia. E poi mi manca l’esordio in Nazionale, ci sono andato vicino”.
VENTOLA PORTIERE – “Torino-Lazio 1-3 del 27 novembre 2008. Stavamo provando a rimontare con quattro attaccanti in campo. Viene espulso il portiere e chi ci va in porta? Io. Ho subito gol da Zarate, un disastro. Ho capito quanto è difficile fare il portiere, quando mi è arrivato il retropassaggio del difensore sembravo un cretino. C’è una responsabilità diversa”.
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