Nicola Ventola, ex attaccante dell’Inter, ha parlato in esclusiva ai microfoni di ‘Kick Off’, podcast ufficiale dell’Inter. Ventola, oltre a parlare del presente della squadra, ha rievocato anche alcuni aneddoti sul suo passato in nerazzurro.
Ventola ha dichiarato: “Non sono sorpreso dall’esplosione recente di Sanchez. Avere davanti a te giocatori tanto forti ti aiuta a prepararti nella maniera corretta, ad entrare in campo col piglio giusto. Io ero una punta di scorta all’Inter, quindi cercavo di sfruttare le occasioni che mi capitavano. E mi aiutava a concentrarmi questa consapevolezza. Contro lo Spartak in Champions League Ronaldo mi disse fin dalla mattina che mi avrebbe fatto un assist di tacco. E lo fece davvero, nacque grazie alla sua convinzione quel goal. Lui era sempre positivo, ci tirava su di morale anche nei momenti neri. Ogni grande squadra ha bisogno di un giocatore così, talmente forte da infonderti speranza. Siamo rimasti amici, lo sento ancora e sono contento di quello che sta facendo da presidente del Valladolid“.
Su Sanchez ha poi proseguito: “Il Nino Maravilla è fortissimo, non si può discutere o criticare. Gli mancava la condizione fisica forse, ma ora che l’ha trovata i risultati si vedono. Ma anche contro la Sampdoria, nonostante il rigore sbagliato e la sconfitta, fu il migliore in campo. Non ha solo qualità tecnica, ma anche personalità da vendere. Avere un giocatore del genere come attaccante di riserva è fondamentale per l’Inter in questa fase cruciale della stagione, sarà una risorsa preziosissima. E non solo per fare la differenza a gara in corso con la sua velocità e le sue doti di assist man, ma anche dal primo minuto, come ha dimostrato contro il Parma“.
Ventola ha poi proseguito: “Può fare un po’ come Julio Cruz. Non era solo un attaccante di scorta, ma una certezza in qualsiasi occasione, sia dall’inizio che a gara in corso. Aveva sempre davanti almeno 2 titolari nelle gerarchie eppure quando entrava in campo era incredibile. Era un grande campione, completo. In qualsiasi altra squadra sarebbe stato titolare inamovibile. Tecnico, intelligente, fisico. Balotelli? Non ho avuto il piacere di vederlo da vicino. Tutti conosciamo le sue qualità, all’Inter era un giocatore incredibile. Aveva quella ‘sana ignoranza’ che dà la consapevolezza ai forti. Ma poi con il tempo l’ha persa, insieme alla voglia di attaccare la profondità che era quella che lo rendeva micidiale”.
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