Vernazza (GdS): “Inter e Milan insieme in Champions: le milanesi si sono lasciate alle spalle il Novecento”
La novità è nelle gestioni dei due club: nell’Inter cinese è iniziata l'era Marotta, nel Milan americano si è insediato GazidisDopo lunghissimi anni, Milano sembra essere tornata protagonista a tutti gli effetti: per ridurre il gap dalla Juventus ce ne vorrà di tempo, ma al momento Inter e Milan occupano la terza e quarta posizione in classifica che permetterebbe alle due squadre di centrare l’obiettivo prefissato ad inizio stagione: la qualificazione in Champions League.
Sulle colonne de La Gazzetta dello Sport, Sebastiano Vernazza ha individuato nella novità delle gestioni dei due club il fattore principale di questa inversione di marcia: “C’è qualcosa di nuovo sotto il cielo di Milano. La classifica si muove, Inter e Milan occupano il terzo e il quarto posto, e se il campionato finisse oggi entrerebbero tutte e due in Champions League. Le milanesi insieme nell’Europa che conta, evento che non si verifica dal 2011-2012. La novità però non è nei risultati, mutevoli come piume al vento. Alla fine della Serie A mancano 14 giornate, un tempo lungo, e chissà se a maggio Milano farà sul serio il pieno Champions. L’elemento nuovo è la gestione. Inter e Milan si sono lasciati alle spalle il Novecento, Moratti e Berlusconi non governano più. Le proprietà sono straniere e l’amministrazione dei club è delegata a manager. Nell’Inter cinese è cominciata l’era di Beppe Marotta, nel Milan americano si è insediato Ivan Gazidis. Comandano loro, gli amministratori delegati”.
Le differenze con il passato: “La cronaca fa sì che si parli molto di Marotta, da giorni sulla linea del fuoco del caso Wanda, e poco di Gazidis, ma, osservata da fuori, la leadership silenziosa del «comandante» milanista sembra lo stesso incisiva. Gazidis non parla in pubblico, si vede giusto a Milanello e negli stadi, però il Milan è tornato un club strutturato, con chiare linee di comando e senza tormenti finanziari. Un episodio più di altri definisce il passaggio epocale completato a Milano. Nei giorni caldi del «Wanda-gate», Massimo Moratti è stato intercettato sotto i suoi uffici in centro. Moratti, alla cui famiglia l’Inter e il calcio italiano nel suo insieme dovranno eterna gratitudine per la passione, gli investimenti e i successi, ha criticato la società per la decisione di degradare Icardi. Ha usato parole schiette, che gli venivano dal cuore, e si capiva che, se fosse stato ancora il «dominus», si sarebbe precipitato ad Appiano Gentile per rinominare capitano Icardi. Un buffetto sulla guancia e via. Così funzionava nel Novecento, quando Silvio Berlusconi volava con l’elicottero a Milanello per stemperare le tensioni tra Sacchi e Van Basten o per convincere il refrattario Capello del genio stanco di Savicevic. L’autunno dei patriarchi, la primavera degli amministratori delegati”
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