Beh, con un Veron a dirigere le operazioni…
“Cominciammo vincendo la Supercoppa a Torino contro la Juve. Andammo ai supplementari e feci gol su un bellissimo assist di Adriano: tiro secco di prima e una corsa liberatoria. Poi il campionato, e tutti sanno come andarono le cose, e poi la Coppa Italia con la doppia finale contro la Roma. Io, però, ero in panchina”.
Ricorda però la festa a San Siro dopo il fischio finale?
“Non solo la ricordo bene, ma vi partecipai intensamente. Dominammo la Roma dopo l’1-1 dell’andata. Vincemmo 3-1 e fu una gioia pazzesca. Era una grande Inter, quella: tanti argentini, io, Cambiasso, Javier Zanetti, Cruz, Samuel. Adriano che si trascinava dietro le difese avversarie, un centrocampista come Stankovic che aveva l’oro nei piedi. E là dietro solidi e grintosi con Materazzi e Samuel”.
Analogie con l’Inter di oggi?
“Difficile fare paragoni tra epoche diverse. Diciamo che anche in questa Inter vedo potenza, vedo qualità tecnica e vedo determinazione. La squadra di Simone, lo chiamo per nome perché siamo stati compagni alla Lazio, ha passato un brutto periodo ed è riuscita a saltarci fuori alla grande. Soltanto se hai importanti valori tecnici e morali puoi superare certe difficoltà. La Supercoppa l’hanno già vinta, in Coppa Italia hanno raggiunto la finale e in campionato se la giocheranno punto a punto con il Milan, ma partendo da un vantaggio”.