PREPARATI AL MATCH – Tutto su Hellas Verona-Inter
Dopo il pareggio della Fiorentina contro il Bologna, l'Inter ha la grande occasione di sorpassare i Viola nella lotta al terzo posto che vale i preliminari di Champions, obiettivo minimo stagionale per la banda Mancini. Di fronte il Verona di Delneri, che in settimana ha ottenuto la prima vittoria in campionato e giace all'ultimo posto in classifica.Nell’ultima domenica di Carnevale l’unico obiettivo della giornata non può che essere far festa: il pareggio di ieri della Fiorentina, infatti, mette in condizione l’Inter di preparare e attuare il sorpasso ai danni dei rivali e di raggiungere momentaneamente il terzo posto, ad una settimana dallo scontro diretto del ‘Franchi‘ proprio contro gli uomini di Sousa. Giocare per vincere, senza se e senza ma, contro una compagine che appare ancora motivata a lottare nonostante una classifica decisamente deficitaria: questo si augurano i tifosi interisti, delusi da un gennaio sicuramente negativo, intimamente più freddo di quanto non lo sia stato da un punto di vista meteorologico; quegli stessi tifosi che adesso devono accompagnare i giocatori che fino ad un mese fa guidavano la classifica verso un traguardo, la qualificazione in Champions, che non può e non deve sfuggire. “Si-può-fare”, avrebbe urlato qualcuno, ma solo remando tutti insieme dalla stessa parte.
LA STORIA – Sono 35 i Verona-Inter disputati nella storia del calcio italiano: il primo risale al 1914 e terminò con un netto 1-2 per i nerazzurri; l’ultimo, oltre cento anni dopo il primo, l’11 aprile dello scorso anno, con uno 0- 3 sempre per gli ospiti. I successi per il Biscione sono 18, pari ad un abbondante 50% sul totale: i più larghi sono, escluso quello dell’ultimo campionato, i due 0-3 datati 1989 (tripletta di Klinsmann) e 2002 (gol di C.Zanetti e doppietta di Vieri); completano il bilancio 9 pareggi e 8 successi scaligeri. Due di essi sono arrivati nelle uniche due partite di Coppa Italia disputate al ‘Bentegodi‘: nel 1976 un autogol e una rete di Galbiati firmarono il 2-0; nel 1985, anno dello scudetto veronese, la sfida, valevole per l’andata dei quarti di finale, terminò 3-0.
IL PRESENTE – La stagione del Verona è ampiamente al di sotto delle aspettative: l’ultimo posto, che comunque brucia e condanna gli Scaligeri a una retrocessione quasi certa, non è però l’unica delusione. Magari non ne parleremmo in questi termini catastrofici che le contingenze ci impongono di usare, ma se anche gli uomini di Delneri avessero dieci punti in più non potremmo pensare a un progetto vincente. In estate, infatti, l’arrivo di Giampaolo Pazzini e le conferme per l’allenatore Mandorlini e per Toni, Moras e Marquez facevano presagire una stagione tranquilla. Ma già dalle prime partite è stato abbastanza evidente il calo di rendimento del centrocampo rispetto alle due stagioni passate, sia in fase di interdizione – con il solo Hallfredsson lasciato a capo di un Titanic senza speranze – sia in fase di costruzione di gioco. Gli infortuni del trentottenne Luca Toni e di Pazzini, poi, hanno fatto il resto: quella che doveva essere una delle coppie gol più prolifiche di tutta la Serie A ha dovuto accontentarsi di assistere alle disfatte dei propri compagni inermi. Come siamo abituati a fare per ogni situazione, però, non ci piace individuare un solo colpevole, che sia il caso o l’incompetenza di qualcuno: vogliamo sottolineare che a questa squadra, rispetto al passato, è mancata anche parecchia progettualità tattica. Se negli ultimi due anni Mandorlini ha insistito su un 4-3-3 in cui gli esterni e le mezzali di centrocampo avevano il compito di far finalizzare le azioni alla punta centrale, quest’anno, prima con Mandorlini e ora con Delneri, la presenza di un altro pezzo da 90 e l’assenza di ali pungenti – come l’Iturbe del primo anno di Serie A, per intenderci – hanno mandato in confusione un ambiente abituato a lavorare in un certo modo. In altre parole la situazione del Verona è la conferma di ciò che abbiamo sempre sostenuto in questi anni: la progettualità al primo posto.
LE ULTIME – Roberto Mancini proverà a sfruttare le lacune di questo Verona allargando proprio il gioco sulle fasce, a differenza delle ultime uscite, in cui si è più spesso provata la percussione centrale. A questo scopo dovrebbero giocare Biabiany e Perisic sulle corsie esterne in un 4-4-2: a completare la mediana ci saranno Medel e uno tra Kondogbia e Brozovic. In difesa saranno confermati Nagatomo e Telles come terzini, mentre al centro Juan Jesus sostituirà lo squalificato Miranda accanto a Murillo e davanti ad Handanovic. In avanti il tandem Icardi-Eder.
Delneri risponde con lo stesso modulo: in porta giocherà Gollini; davanti a lui l’ex tecnico del Chievo conferma Gilberto dopo la buona prova contro l’Atalanta, Moras, Helander e Pisano; a centrocampo Wszolek ed Emanuelson saranno gli esterni, con Ionita e Marrone in mezzo; in avanti Toni e Pazzini. Dunque panchina per Albertazzi, Romulo, Greco, Jankovic e Gomez, che scalpitavano per una maglia da titolare. Manca poco a Verona-Inter: appuntamento al ‘Bentegodi‘ alle 12.30.