Vieri a tutto tondo: “Hakimi il migliore al mondo, Lukaku è una forza della natura. Inter da scudetto, Conte…”
L'ex attaccante ha rilasciato un'intervista in vista del derby di sabatoManca ormai sempre meno fra al derby fra Inter e Milan, in programma sabato prossimo alle ore 18. Per avvicinarsi alla sfida La Gazzetta dello Sport ha intervistato un grande doppio ex dell’incontro, Christian Vieri, che ha parlato a tutto tondo della gara.
Un derby alla quarta di campionato può influenzare una stagione?
“Bello, mi piace e mi fa anche ricordare il mio esordio con l’Atletico Madrid, contro il Real. Ma alla domanda rispondo: no, zero”.
Inter-Milan si può sintetizzare anche così: esperienza contro gioventù. Cosa può pesare di più?
“Ci vuole un po’ di entrambe le cose, ed entrambe le squadre in realtà le mescolano. All’Inter gente come Nainggolan e Vidal farà bene, ma si è aggiunta anche la freschezza di Hakimi. Il Milan è giovane, ma ha un numero uno, il “vecchio” Ibra: ribadisco, farà più di venti gol”.
Da centravanti: meglio i cross di Hakimi o di Theo Hernandez?
“Fortissimi tutti e due, la foto della qualità che sta tornando anche all’Inter e al Milan, non solo sulle fasce. Però Hakimi in questo momento è il miglior esterno destro del mondo: devastante”.
Da difensore (che non è stato): avrebbe più paura di Lukaku o di Ibrahimovic?
“Lukaku è “Unstoppable”, il treno del film con Denzel Washington: una forza della natura. Gli dai cinquanta metri di campo e lui ti sbrana, palla addosso il difensore non riesce ad anticiparlo mai. Ibrahimovic è l’esperienza che non ha eguali e racchiude tutto: tecnica, visione di gioco, il suo segnare, il far segnare e pure far giocare bene la sua squadra, perché alza il livello di qualità di tutti».
Cosa rivede in Lukaku?
“Il sinistro e i chili, ma lui è anche più grosso di me. E come gioca per la squadra: mi capita di guardarlo e dire “Ah, quella giocata l’avrei fatta anch’io così”, soprattutto quando cerca l’uno-due per mandare dentro gli altri. Per quello lui e Lautaro sono perfetti, insieme»”.
Ha mai pensato che Conte avrebbe lasciato l’Inter?
“No e comunque sarebbe stato un grande errore. Antonio è uno che chiede tanto, ma dà tanto: in pochi sanno cambiare una squadra in pochi mesi come lui. E ora ha l’Inter per vincere il campionato, sicuramente per giocarsela”.
Ma quando era il suo capitano martellava così tanto?
“Fascia o non fascia, da dietro rompeva le palle. Sentivi in continuazione: “Vai, vai, sali a pressare, vai a prenderli”. Lo ascoltate in tv? In questo non è cambiato di una virgola”.
A quando il suo prossimo sfogo?
“Antonio è così, se lo prendi sai chi prendi: se vuoi un pupazzo scegli un pupazzo, e si sa chi sono; se vuoi Mourinho o Conte, li prendi, sai che avrai un allenatore di personalità e, però, poi non ti devi meravigliare se ogni tanto sbotta. Quando prendevi Vieri era lo stesso: sapevi che io non sarei stato zitto”.
Ma questa è un’Inter da trequartista o no?
“Per me quel sistema di gioco è sempre un punto interrogativo. Conte deve andare avanti ascoltando solo se stesso, i giocatori li vede lui tutti i giorni, mica noi: sa quando, e soprattutto se, giocare con un trequartista”.
Nainggolan, Eriksen, forse Brozovic: troppi giocatori non titolari «ingombranti»?
“Le faccio cinque nomi in attacco: Vieri, Ronaldo, Baggio, Zamorano, Recoba. Tutti insieme, ma nessuno si sentiva ingombrante: alle grandi squadre per vincere servono tanti giocatori importanti. E tanta pazienza. Se vai all’Inter devi mettere in conto un rischio: forse non giocherai”.
Inter da scudetto e Milan da Champions League?
“Inter da scudetto sì, Milan da Champions è dura. Ma nel calcio non si sa mai”.
Conte ha voluto così fortemente Vidal?
“Qualità, personalità, esperienza: lo ha già avuto e sa quello che gli può dare. E ricorderei che arriva dal Barcellona…”.
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