Bobo Vieri, ex attaccante dell’Inter e della Nazionale azzurra, si è concesso ai microfoni del Corriere della Sera per parlare dei temi più caldi che tengono banco nel campionato italiano, soffermandosi in particolar modo sulla lotta scudetto e sull’Inter di Antonio Conte.
Ecco le sue parole: “Ibrahimovic a 39 anni ha portato a scuola gran parte dei difensori del nostro campionato. È ancora immarcabile quando viene servito in un certo modo negli ultimi metri. Cifre impressionanti, e il suo contributo va oltre i gol. Parliamo di un leader vero, di uno che alza il livello generale degli allenamenti. Con lui in campo non si scherza, nemmeno durante la settimana. Zlatan ha carattere, carisma e costringe il resto del gruppo ad andare oltre le proprie possibilità. Contribuisce di fatto a velocizzare inserimento e crescita dei più giovani. Milan da scudetto? A questo punto ha il dovere di giocarselo fino in fondo. Mi è piaciuto anche il mercato di Maldini: Mandzukic, in particolare, dà ulteriore spessore a certi livelli”.
La top 11 d’andata: “Miglior portiere del girone d’andata? Donnarumma. Miglior difensore? Romero. In fascia metto alla pari Hakimi e Theo Hernandez. Kessie. E in avanti? Beh, Ibra naturalmente. In panchina dirige Gasperini, zero dubbi”.
Futuro da allenatore: “Duro, bellissimo, stimolante. E Ulivieri è molto simpatico, ci sta dando una mano, ha grandissima esperienza, gli puoi chiedere di tutto. Non lo so come sarei da allenatore, davvero. Da giocatore ho quasi sempre avuto ottimi rapporti con i vari tecnici. Tranne in un paio di situazioni”.
Lo scontro tra Cuper e Ronaldo: “Erano cose loro, personali, non era giusto che mi mettessi in mezzo. Ronie è un fratello e la sua partenza mi ammazzò, però Hector è a sua volta un tecnico bravissimo: con lui sfiorammo scudetto e Champions, non fummo certo fortunati”.
La Juventus: “Sento parlare di crisi, di centrocampo debole e altro. La verità è che spesso si giudica a vanvera, come se si fosse al bar. Dopo nove scudetti consecutivi ci sta anche di faticare e magari di non vincere. Detto questo, la rosa della Juve resta la più forte: non vinci per caso 3-0 a Barcellona per intenderci. E a proposito di Barça, da quanto tempo non va in finale di Champions? Eppure ha Messi… Insomma, parlando di Juve a me piace evidenziare come stiano rinnovando la squadra senza perdere in competitività. Penso a De Ligt e Demiral l’anno scorso, poi Chiesa, Kulusevski, McKennie, Morata… Sta cambiando pelle ed è comunque la più forte“.
Su Pirlo: “Ci vuole tempo. Anche se in Italia non c’è pazienza. Per sua fortuna è alla Juve, dove sanno aspettare, programmare, investire. A me le idee di Andrea piacciono molto”.
L’Inter di Conte: “Ha tutto per vincere il campionato. Manca forse ancora un vice Lukaku, la squadra è però fortissima. Contro la Juve ho visto convinzione, qualità di palleggio e grande organizzazione: ha fatto la partita dal primo all’ultimo minuto. Questi sono club obbligati a giocare sempre per vincere. Bisogna dimostrare quotidianamente di meritarsi uno stadio come San Siro”.
Fuori dall’Europa: “Uscire dalle coppe non fa mai bene. Una grande squadra deve giocare almeno 56-57 partite all’anno, senza scegliere gli obiettivi. Ci sono apposta rose lunghe, usatelo questo cavolo di turnover”.
Su Conte: “E’ un grande allenatore, punto! Uno dei più bravi al mondo”.
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