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5 cose che abbiamo imparato da Viktoria Plzen-Inter 0-2

Bella Inter contro il Viktoria Plzen. Vittoria importante, non decisiva, ma che conta per il destino dei nerazzurri in questo gruppo della morte. Doveva arrivare la vittoria ed è arrivata: e sono arrivati anche diversi spunti, come sempre.

L’INSEGNAMENTO DI AGATHA CHRISTIE

Cosa diceva Agatha Christie? Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, tre indizi sono una prova. Ecco, aspettiamo la terza partita, cioè quella durissima contro l’Udinese (la squadra più in forma del campionato), per avanzare opinioni. Ma si ha la sensazione che questa Inter sia davvero uscita dal tunnel buio in cui si era infilata. Che sia servito davvero questo, ormai celeberrimo, confronto ad Appiano? Non diciamolo ancora, aspettiamo – appunto – la prova.

TUCU NON CI SIAMO 

Joaquin Correa (@Getty Images)

Avrà fatto anche un assist, avrà anche lavorato a centrocampo per aiutare la manovra ma gli manca ancora il guizzo che ha spinto l’Inter a investire oltre 30 milioni di euro su di lui. Quando arriva vicino alla porta è ancora troppo mole, poco lucido: quasi mai fa la scelta giusta (se non per esempio nell’occasione dell’assist). Il dribbling è un’arma rimasta ancora nella fondina per lui.

GIUDIZI TROPPO “ACERBI”

Francesco Acerbi (@Getty Images)

C’è da sottolineare una cosa mica da poco: la partita di Francesco Acerbi. Il difensore è apparso subito a suo agio, sembrava un veterano di questa squadra. Sicuramente il rapporto con Inzaghi e il suo gioco avrà aiutato il processo di ambientazione ma comunque da citare la prestazione dell’ex Lazio, di fatto tra i migliori in campo. Significative anche le parole nel post-partita: “Non sono qui a fare la comparsa o a essere timido. Sono qui per dare una mano: non cambio il modo di essere fuori o dentro il campo.”

INZAGHI È PIU SERENO

Simone Inzaghi (@Getty Images)

La partita non era complicata, verissimo, ma sia nel pre che nel post-partita ma soprattutto nelle scelte, Simone Inzaghi ci è apparso più sereno e tranquillo. La vittoria porta serenità e così sembra essere stato dopo il Torino. Oggi bene con la formazione così come nei cambi: rotazioni corrette, arrivate al momento giusto. Questa volta il cartesiano “Ammonito quindi sostituito” è doveroso con il giallo di Bastoni (in Champions League pesa di più). É tornata “un’Inter compatta e ordinata”, come detto dallo stesso mister nerazzurro nel post gara.

DZEKO È DZEKO

Edin Dzeko (@Getty Images)

In media, ogni giorno, almeno dieci tifosi nerazzurri dicono che Dzeko è un “bollito”. Eppure il bosniaco continua a incidere, pure in Champions League. L’avversario non era nulla di che (anche se l’ex Roma ha una tradizione micidiale con i cechi) ma il gol che fa è di livello importante, incisivo anche nell’assist. Correa è più giovane, più scattante ma non ha lo stesso spessore di Dzeko. C’è poco da fare: ben vengano gli Edin Dzeko.

Alessio Murgida