Dodò, Obi, Mbaye: ali che non riescono a far volare l’Inter
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La prerogativa del calcio ideale di Walter Mazzarri sono le fasce: gli esterni hanno, da sempre, un’importanza fondamentale nello sviluppo del gioco dell’allenatore toscano. E proprio questo sembra essere il limite più grande dell’Inter di quest’anno. Privato (causa infortuni) di Jonathan, Nagatomo e D’Ambrosio, il tecnico interista è costretto a schierare titolari Dodò e Obi, con Mbaye prima riserva: i tre però, partita dopo partita, dimostrano di non avere i mezzi idonei per fare la differenza. Il centrocampista nigeriano sta soffrendo, piuttosto evidentemente, il fatto di essere schierato in un ruolo non suo: molte volte la manovra arriva dalle sue parti e puntualmente, invece di svilupparsi in avanti, ritorna indietro al tridente difensivo. Ibrahima Mbaye, invece, sembra soffrire il palcoscenico di San Siro: l’esterno non riesce a mostrare, in nerazzurro, la grande personalità e le qualità mostrate in quel di Livorno. Dodò è stato tra i più brillanti nel precampionato nerazzurro, sfoggiando prestazioni notevoli anche contro avversari del calibro di Real Madrid e Manchester United, ma ora sembra aver subito un’involuzione: meno coraggioso e più impacciato, punta poco l’avversario diretto, arriva raramente sulla linea di fondo e spesso e volentieri si rifugia dal compagno più vicino.
L’inizio della scorsa stagione fu caratterizzato da un grande avvio di Jonathan e Nagatomo che spesso e volentieri riuscivano a creare superiorità numerica saltando il diretto avversario e partecipando attivamente a molti dei gol realizzati dalla squadra, che quest’anno invece sta pesantemente risentendo delle prestazioni di livello offerte dal brasiliano e dal giapponese lo scorso anno.
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