10 Gennaio 2012

Welcome Back King Henry

Nella raccolta di Nick Hornby ?Il mio anno preferito?   Chris Pierson scrive: << E? questo il bello del calcio: qualche momento sublime, molti episodi ridicoli, e tutto ciò che sta nel mezzo tra i due opposti.?. Momenti sublimi, è questo che spinge la gente a seguire il calcio, la ricerca di un attimo, che se pur raro e di breve durata, è così intenso da poter ripagare di mille sacrifici e mille delusioni. La sua unicità, poi, rende il tutto qualcosa di intimo, personale, e che solo pochi privilegiati possono vivere. E? quest? unicità la caratteristica che differenzia il calcio, e lo sport in generale, da altri tipi di ?spettacoli? come rappresentazioni teatrali, concerti o pellicole cinematografiche, i quali, poche o molte volte che siano, saranno ripetuti in maniera pressoché identica alla volta precedente. Un momento sublime è sicuramente quello che i tifosi dell’Arsenal hanno vissuto ieri sera all’Emirates Stadium nel corso del match valido per il terzo turno di FA Cup tra i ?Gunners? e il Leeds United. A fare notizia è il ritorno, se pur momentaneo (prestito bimestrale), tra le fila dell’Arsenal di Thierry Henry, il centravanti francese che nel 2007 dopo 370 presenze e 226 gol aveva lasciato il nord di Londra per trasferirsi a Barcellona in fuga dai problemi familiari e in cerca di altre esperienze. Per rendersi conto di come Thierry sia diventato per il club di Islington una vera e propria leggenda basta visitare le strade adiacenti all’Emirates prima di ogni partita. Bambini troppo piccoli per aver visto l’ex n° 14 dei Gunners in campo o almeno per ricordarlo indossano la sua maglia, gadget che lo raffigurano sono ancora oggi venduti in ogni stand, scarpini con la sua firma custoditi come oggetti sacri; ma ciò che non può sfuggire alla vista è la statua che lo raffigura, recentemente esposta all’esterno dello stadio e che lo rende l’unico giocatore al mondo a ricevere un tale onore e a giocare contemporaneamente nello stesso stadio. Non più al massimo della forma e con una folta barba che non l’aiuta a nascondere i suoi 34 anni Henry siede per tutto il primo tempo in panchina, per poi cominciare, solo all’inizio della ripresa, la fase di riscaldamento tra l’ovazione generale del pubblico. Al 68° minuto con il match fermo ancora sullo 0-0 arriva il suo momento. Henry entra in campo visibilmente emozionato, ha lo sguardo di colui che non vuole deludere il suo pubblico e la sua squadra di cui si è sempre continuato a dichiarare tifoso. Bastano 10 minuti, però, a Titi per far tornare a gioire i suoi tifosi come ai vecchi tempi, poiché, servito in profondità, controlla la palla e la insacca nell’angolino basso sul secondo palo, con un ?colpo da biliardo? che lo ha sempre caratterizzato nella sua carriera. Mentre la palla varca la linea, Thierry corre esultando verso i tifosi con gli occhi lucidi, dimostrando che anche dopo 227 gol ci si può ancora emozionare. Almeno per una notte King Henry è tornato, momento sublime dopo alcuni episodi ridicoli e tutto ciò che sta nel mezzo.     Paolo Ronca