Wes: “Non ero io a volere andare via, dopo Lille non si può che guardare avanti”
Un Wesley Sneijder senza scudi difensivi quello che si legge sulle pagine della Gazzetta dello Sport di oggi.
Inizia con il tormentone estivo sulla sua possibile partenza: “Io non ho mai pensato di dovermene andare, altri non so. Anzi, lo so: ero partito per le ferie con l’idea di tornare, poi mentre ero in vacanza mi chiama il mio procuratore e mi fa: ?Vieni, dobbiamo parlare con l’Inter?. E l’Inter doveva dirmi che, se ci fosse stata una possibilità, avrebbe potuto vendermi: no, non era un problema tecnico, credo proprio di no? Questione di soldi. Insomma, era cambiato qualcosa, e allora ho cambiato modo di pensare anche io. Poi sono arrivato a Pinzolo, ho ritrovato più o meno la stessa squadra, ho parlato con Moratti, che per me è una persona molto importante, con Branca e Ausilio e mi hanno detto tutti che sarei stato molto importante per l’Inter”.
L’altro “caso” estivo era il suo rapporto con Gasperini, che non prevedeva nel suo modulo il ruolo da trequartista, retrocedendo l’olandese a centrocampo: “Con Gasperini ci siamo confrontati poco, ma di quello, del mio ruolo, abbiamo parlato molto. Io gliel’ho detto subito: ?Giocare a centrocampo non mi piace, per niente?. Io sono un attaccante, non un centrocampista”. Tutto è cambiato quando sulla panchina interista è arrivato Ranieri: ” Sto bene dove mi ha messo Ranieri, che è bravo e ha capito come doveva giocare questa squadra: ognuno al suo posto, è questa la chiave. E anche io adesso sto al mio posto, nel mio ruolo. Quando è arrivato, io e Ranieri ne abbiamo parlato”.
Il dialogo tra allenatori e giocatori è fondamentale per la luce dell’Inter, una caratteristica propria non solo di Ranieri, ma anche di quel Mourinho benedizione dell’Inter ma maledizione di chi deve venire dopo di lui. Ma Wes è lapidario a riguardo: “E’ inutile dire che noi continuiamo a cercare negli allenatori qualcosa di Mourinho, che ogni tanto sento ancora: un altro come lui non c’è, nessuno come lui sa come trattare ogni singolo giocatore. Arrivare dopo Mou sarebbe stato difficile per tutti, non solo per Benitez”.
Un ultimo pensiero va al campionato, dove l’Inter naviga in acque torbide, ma secondo l’ex Real l’Inter è sulla buona strada: “Brutta classifica? Eppure io dico che lo scudetto possiamo ancora vincerlo noi, anche se oggi abbiamo più punti in Champions che in campionato. Perché otto punti, con tante partite da giocare, si possono recuperare. Perché dopo la vittoria di Lilla possiamo guardare solo avanti, anche se non ho mai avuto paura di dovermi guardare alle spalle. Perché siamo tornati quasi tutti: Maicon, Thiago Motta, io? Perché la fame di vincere non ti passa mai: se vinci, vuoi vincere di più”. Poi a sorpresa quando parla dei rivali più pericolosi per la corsa allo scudetto, la squadra nominata non è nè la Juve nè tanto meno il Milan, ma “Dico Napoli davanti a tutte. Non per come l’ho visto a San Siro con noi: nel primo tempo avevamo fatto bene e poi in undici contro dieci con un rigore a favore, per loro è stato tutto facile. No, dico Napoli per come lo vedo organizzato, per come sa essere squadra: mi piace molto”.
Guai a parlargli del ritorno di Eto’o “Questa cosa l’ho letta, l’ho sentita. Ma ho sentito anche che è impossibile: non credo che succederà. E non sarebbe neanche buono, né giusto, che succedesse“. Perchè quest’anno l’Inter è sua e lo sguardo deve tendere al futuro, niente minestre riscaldate!