27 Febbraio 2020

Young: “Fare il calciatore è stato sempre il mio obiettivo. Wright il mio idolo, l’Italia il mio sogno”

L'esterno nerazzurro si è raccontato in occasione del match che attende la Beneamata

Intervistato in occasione del Matchday Programme nerazzurro, l’esterno nerazzurro Ashley Young si è raccontato sulle pagine del club interista rivelando alcuni aneddoti sul passato, analizzando nel dettaglio le difficoltà della sua infanzia ma anche i sogni e gli idoli da bambino.

SOGNI DA BAMBINO“Da quando ero bambino ho sempre avuto come obiettivo quello di diventare un calciatore professionista. Avevo 10 anni e quando la mia insegnante a scuola mi chiese cosa volessi fare da grande nel mio futuro le dissi che volevo diventare un calciatore professionista. Lei a questo punto mi chiese se avessi un piano B, le risposi di no e lasciai la stanza. La rividi dopo qualche anno e le dissi «Ho promesso che sarei diventato un calciatore, ho dato tutto per raggiungere il mio obiettivo ed ora sono qui»”

L’INFANZIA AL WATFORD“Al Watford, quando avevo 16 anni, mi dissero che non ero abbastanza alto e invece di offrirmi una borsa di studio di due anni me la assegnarono part-time. Avrei voluto seguire le lezioni a scuola ed allenarmi due volte a settimana con i ragazzi che l’avevano ottenuta full-time, non fu facile: avrei voluto dimostrare a tutti che si stavano sbagliando. Sono entrato tra le riserve dell’Under 18 e, dopo un anno, mi hanno offerto il mio primo contratto da professionista”

IDOLI“Quando ero molto giovane giocavo da attaccante ed il mio idolo era Ian Wright. Giocava per l’Arsenal, la squadra per cui tifavo, ed era il mio riferimento: volevo segnare e vincere come lui ed avere la sua stessa passione” 

CAMBIAMENTI TATTICI“Nella mia carriera sono cambiato tanto, mi sono reinventato molte volte. Ho iniziato da attaccante, continuato poi da ala e alla fine mi sono ritrovato da terzino. Ho avuto allenatori che hanno capito che potessi ricoprire diverse posizioni in campo ma è ovvio che per fare questo c’è bisogno di intelligenza calcistica ed abilità fisiche. La mia attitudine è quella di entrare sul campo e dare il 100%, mettendomi al servizio della squadra e dell’allenatore. E’ quello che ho sempre fatto e quello che voglio fare ancora”

ITALIA“Sin da piccolo ho visto le partite del campionato italiano e sono sempre stato curioso. Mi chiesi se un giorno sarei mai arrivato a giocare in Italia ed ora eccomi qua”

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