Zamorano: “Inter da Scudetto. Regalai la 9 a Ronaldo per consolarlo”
Non solo Inter, passata e presente, nelle parole di Ivan Zamorano ma anche un pensiero per i singoli: Medel, Icardi ed il suo amico RonaldoOspite a San Siro in quanto domani la sua squadra, composta da ragazzi di 11-12 anni, sfiderà i pari età nerazzurri a Interello, Ivan Zamorano si racconta a La Gazzetta dello Sport; nonostante viva a Miami continua a seguire i nerazzurri e ad alimentare il suo amore per l’Inter: “Terzo posto? L’Inter deve puntare allo scudetto. La Giuve (lo dice alla sudamericana, ndr) è forte ma non imbattibile, mentre Napoli e Roma non mi preoccupano”.
Zamorano, vent’anni fa proprio al Cagliari lei segnò la sua prima rete in nerazzurro.
“Un segno del destino. Ma battere la squadra di Rastelli non sarà facile. Anche perché Isla nell’ultimo mese è cresciuto tantissimo. L’Inter deve trovare quella continuità decisiva per stare ai vertici. Non è facile quando cambi così spesso progetto tecnico, ma ora credo che ci sia la giusta stabilità societaria. E De Boer mi piace”.
Eppure la squadra è andata in svantaggio 8 volte su 9 e a San Siro fatica.
“Era così anche ai miei tempi. Stadio unico, ma quando senti i mormorii di disappunto dei tifosi non tutti i giocatori hanno la personalità per reagire nel modo giusto”.
Un problema che non tocca Medel.
“Gary è fantastico. Nulla gli fa paura, lotta sempre ed è più tecnico di quanto si pensi. Forse a quest’Inter servirebbe qualche Medel in più”.
Eppure col Cile si è preso tre turni di squalifica.
“Nei primi anni di carriera veniva spesso espulso, è migliorato tantissimo sotto questo profilo. Ma è vero che ogni tanto ci casca ancora”.
Solo con una squadra di guerrieri il Cile ha potuto vincere due Coppe America di fila.
“Questa generazione è straordinaria e sta cambiando la mentalità calcistica di un intero Paese. Mio figlio Ivan de Maria, 8 anni, mi chiedeva sempre come mai non avevo vinto tanti trofei in nazionale. Poi l’ho portato con me a vedere le due finali vinte contro l’Argentina. Si sta abituando bene…”.
A proposito di Argentina, come mai Icardi non viene mai convocato?
“Credo sia una questione più personale che calcistica. Farebbe molto comodo a questa squadra. Mauro è cresciuto come uomo, ancor prima che calciatore. Contro la Giuve si è battuto come uno… Zamorano”.
Lei era uno che dava l’anima ma amava anche divertirsi. Ha un messaggio per Brozovic?
“Nessuno è contento quando non gioca, ma puoi arrabbiarti solo se hai la coscienza pulita. Se ogni tanto esci a divertirti, ci sta, ma il giorno dopo in allenamento devi comunque mettercela tutta”.
Quello che l’Inter non ha ancora fatto in Europa League.
“Che brutte partite contro Hapoel e Sparta! Ma a me soprattutto fa tristezza non vedere l’Inter in Champions. Detto questo, sono certo che ce la faremo a passare il girone”.
Lei firmò l’ultima Coppa Uefa vinta dall’Inter, a Parigi nel ‘98.
“Il mio più bel ricordo in nerazzurro. Gol in finale e primo trofeo internazionale mai alzato da un cileno. Il massimo“.
Segnò anche un certo Ronaldo.
“Fenomeno vero. Mi ricordo che con Moratti decidemmo di tirargli su il morale dopo la finale mondiale persa dandogli la mia maglia numero 9. Mi consolai con il famoso 1+8”.
Moratti servirebbe ancora a questa Inter?
“Nel ‘96 mi volevano anche Bayern Monaco, Juve e Atletico, ma appena conobbi Moratti capii che Milano era il posto giusto. Lui per me è l’Inter, anche se la proprietà asiatica ha messo comunque un interista vero come Zanetti”.
Il capitano del Triplete. La Juve può vincere la Champions?
“Sì, ma la vedo un gradino sotto a Barça, Real e Bayern. Al livello di City e Atletico. Squadra gestita alla grande da Simeone. Uno che prima o poi voglio vedere sulla panchina dell’Inter”.