Zamorano: “Il derby? Dopo il primo tempo si è trasformato nella partita perfetta. Carattere, grinta, sofferenza: è lo stile dell’Inter”
Le parole dell'attaccante cileno: "Ai tifosi piace questa squadra perché mette grinta e passione. L'emozione trasmessa nel secondo tempo è stata eccezionale"Domenica, in occasione del derby, tra gli oltre 70 mila di San Siro c’era anche lui: ormai, come ha ricordato anche nell’intervista, per Ivan Zamorano vivere la partita più sentita dell’anno in mezzo ai tifosi è diventata una tradizione. In occasione del suo passaggio a Milano, lo storico attaccante nerazzurro ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Inter.it. Tanti gli argomenti trattati, dal suo giudizio sul lavoro di Antonio Conte allo speciale rapporto che lo lega al club: ecco le sue parole.
IL DERBY – “A fine primo tempo avevamo tutti quella sensazione negativa, potevamo essere sotto anche di più di due gol. Poi si è trasformata nella partita perfetta, con un finale felicissimo. Questa squadra non solo gioca bene, ma ha carattere, cuore. Per questo è stato bellissimo. E poi dopo che si vince il derby la gente va al lavoro più felice. Quarto derby di fila come spettatore, quarta vittoria: vi prometto che proverò a venire a Milano sempre”.
DNA NERAZZURRO – “Il mio feeling con l’Inter inizia nel giorno in cui sono sbarcato a Milano e non si è mai fermato. C’è qualcosa di potente a legarmi ai colori nerazzurri, un qualcosa che è impresso nella storia di questa società. Carattere, grinta, sofferenza per arrivare alla vittoria: questo è lo stile dell’Inter, ma anche la mia storia calcistica”.
IL RAPPORTO CON I TIFOSI – “Ogni volta che torno qui è come se non fossi mai andato via. Il calciatore passa, quello che resta è la persona e la gente questo lo riconosce. La connessione che ho con il popolo nerazzurro è meravigliosa”.
LA SQUADRA – “Ai tifosi piace questa squadra perché mette grinta e passione. L’emozione trasmessa nel secondo tempo è stata eccezionale. Ora viene il difficile: mantenere la vetta, continuare il percorso. Lautaro? Anche lui, come me, non è molto alto, ma è fortissimo di testa. Devo dire che Conte è sicuramente felice per il lavoro degli attaccanti. Io ero generoso e davo tutto per la squadra, ma anche Lukaku, Lautaro e Sanchez, ognuno con le rispettive caratteristiche, stanno dando una grandissima mano”.
ORA IL NAPOLI – “Contro di loro ho segnato gol più bello della mia carriera. Lo realizzai di tacco, il 28 febbraio ’98. Ricordo il cross perfetto di Moriero dalla destra e il mio colpo di tacco. Un gol incredibile, per niente nelle mie corde: io ero molto più forte di testa che di piede, mi tuffavo anche sui palloni bassi. Ma quello fu un colpo totalmente inaspettato. Sarà una sfida tosta, perché c’è una finale da conquistare e questa finale si giocherebbe contro Juventus o Milan. Sarebbe importante riuscire ad arrivarci”.
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