Zamorano: “La nostra era una grande Inter, Ronaldo un vero fenomeno. L’1+8? Vi svelo un retroscena”
L'ex centravanti nerazzurro racconta i motivi della sua sceltaE chi se la scorda la celebre maglia ‘1+8’ di Iván Zamorano? Un numero particolarissimo, contrassegnato da quel segno ‘più’ nato dall’esigenza di rimanere in qualche modo legato al tanto adorato numero 9. In effetti, con Ronaldo e Roberto Baggio ad occupare la 9 e 10 nerazzurra, non era semplice trovarne uno all’altezza del valore tecnico dell’ex attaccante cileno. Così, nell’intervista concessa per il The Guardian, Zamorano ha rivelato le origini di quella scelta rimasta negli anni nella storia del club. Ecco le sue parole:
L’IDEA – “1+8? L’idea è nata perché era arrivato il migliore del mondo. Ho dovuto consegnare il nono 9 a lui. Non ho giocato con molti brasiliani, ma ho giocato con il migliore: Luís Nazário de Lima. Ronaldo è il più grande. Non segnava molti gol di testa. Per il resto era completo: sinistro, destro, potenza, abilità, magia! Lui aveva tutto. In allenamento era meglio che in partita. Era un fenomeno.
RETROSCENA – “Il direttore sportivo, Sandro Mazzola, mi ha detto di prendere un numero che ha aggiunto fino a nove. Ho detto: “Posso aggiungere un segno più?” Mi ha detto di non farlo. Ho detto: ‘Come mai? Richiedi permesso. “Ho parlato con il presidente, Massimo Moratti, che ha chiesto alla federazione italiana. Così ho giocato con 18, 1 + 8, e non ho perso il 9”.
COPPA UEFA ’98 – “È stata una grande Inter. Abbiamo giocato con il cuore. Abbiamo vinto la Coppa Uefa . giocando due finali. Soprattutto, abbiamo creato il senso di appartenenza al club, qualcosa che apparteneva ai tifosi. Giocare con Ronaldo, Vieri, Baggio, Zanetti, Bergomi, Paul Ince…”.
Commenta tutte le news con i tifosi su Telegram: ci sono già più di 1.000 interisti!
ESCLUSIVA – Inter in forcing su Barella ma Giulini non molla. Rischio rottura? Ecco la verità