In vista dell’uscita del nuovo libro in edicola il prossimo 14 novembre, Javier Zanetti questa mattina è stato intervistato sulle pagine del Corriere della Sera dal noto giornalista di fede nerazzurra Beppe Severgnini. Un testo che racconta il forte legame nella sua vita tra due paesi, Argentina e Italia, attraverso storie che riguardano il calcio e non solo.
Due nazioni che hanno forgiato il carattere e la cultura del vicepresidente interista, che in un simpatico aneddoto ha raccontato le principali differenze tra Milano e la sua Buenos Aires: “Qui mi piace l’energia, mi piace meno la fretta. Se a Milano ti dico ‘Beppe, andiamo a prenderci un caffè?’ è una roba di tre minuti, poi tu vai a lavorare, io vado a lavorare. A Buenos Aires? Mezz’ora, come minimo”.
Un libro in cui si è discusso anche di Inter e di presente, soprattutto in un passaggio in cui Zanetti afferma su Lautaro: “Rivedevo qualcosa di me nel suo sguardo”. A tal proposito, l’ex capitano ha spiegato così questa frase durante l’intervista: “Lauti, ricordo quando siamo andati a prenderlo. Ha capito subito la grande opportunità che aveva. Ha saputo entrare nella cultura del calcio italiano e in quella dell’Inter. Se tu vedi, ogni anno Lautaro fa uno step in più…”.
Spazio anche a due grandi ex, a partire dall’indimenticabile José Mourinho: “Se è un allenatore peronista? Mou è così, è la sua forza. Sa rispondere a ogni situazione. Lui pensa, pensa sempre. Si prepara prima”. Sulla scelta dell’ex Mancini di lasciare l’Italia per l’Arabia Saudita, infine, Pupi ha chiuso senza troppi giri di parole: “Conosco Mancio. Mi dispiace per questa situazione. Si poteva gestire meglio”.
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