Le parole per descriverlo sono finite ormai da anni. Il talento immenso in campo e l’uomo vero che ha sempre dimostrato di essere dentro e fuori dal terreno di gioco, motivo per il quale deve essere sempre preso ad esempio per le nuove generazioni, parlano da sé. Semplicemente Javier Zanetti, attuale vice presidente dell’Inter, ma sempre e per sempre capitano dei nerazzurri. Oggi il popolo interista, ma anche l’intero mondo del calcio, lo festeggia per i suoi 49 anni.
Una vita dedicata al calcio quella di Zanetti che oggi, se pur in una veste diversa da quella di calciatore, continua ad essere costantemente colorata di nerazzurro. La sua carriera da atleta inizia in quella terra che ha uno stretto legame, inspiegabile ma fantastico, con l’Inter. Siamo in Argentina e un giovane Pupi milita nelle giovanili dell’Independiente fino al 1989, anno in cui passerà al Talleres. Poi Banfield, prima del cruciale 1995. A Milano c’è un certo Massimo Moratti che, diventato neo presidente dell’Inter, inizia a costruire il suo primo mercato estivo con un acquisto segnalato da Angelillo ma arrivato in punta di piedi. Proprio quel Javier Zanetti che 15 anni dopo alzerà al cielo la Champions League.
Le prime stagioni di rodaggio non sono da capitano, ma sempre e costantemente da titolare. L’Inter fatica ad ingranare la marcia giusta, ma una partita alla volta Zanetti si guadagna la fiducia incontrastata di tutti, anche degli allenatori che si susseguiranno. Da Simoni a Tardelli, passando per Lippi. Capitolo a parte per Hodgson, ma l’epilogo di quella vicenda è stata favorevole per l’argentino. Arriviamo così al 2001, in panchina siede Cuper e Pupi diventa capitano dell’Inter “a tempo pieno”. Sono anni di sofferenza, dove la vittoria è solo sfiorata ma il successo è nel destino di quel signor giocatore, ma bisogna andare avanti veloce al 2004.
Dato il benvenuto a mister Mancini, Zanetti comincia ad alzare trofei ed è tutta una goduria. Da quella Coppa Italia del 2005-2006 alla fine della sua carriera nel 2014, vincerà insieme ai suoi compagni di squadra praticamente di tutto. Ovviamente l’anno delle meraviglie è il 2010 con Mourinho in panchina e il capitano sempre presente in campo. Oltre quella prima Coppa Italia con il Mancio, Pupi ne alzerà altre 3, oltre a 4 Supercoppa Italiana, 5 scudetti, 1 Champions League e 1 Coppa del Mondo per club. Una bacheca come pochi altri e una serie infinita di prestazioni monumentali.
Zanetti non brillerà allo stesso modo con la nazionale in termini di trofei, pur giocando 122 partite complessive, di cui 2 Mondiali e 5 Copa America. Non conquistando vittorie, si congeda con l’Argentina nel 2011. L’addio più difficile, però, avvenne il 18 maggio 2014. A Verona contro il Chievo il capitano disputa la sua ultima partita ufficiale, appendendo le scarpe al chiodo. Il giorno che mai nessun tifoso interista aveva immaginato si era purtroppo materializzato. Il distacco con Zanetti, fortunatamente, è solo dal suo essere calciatore così meraviglioso. Il suo costante lavoro odierno da vice presidente permette a tutti i sostenitori nerazzurri di averlo sempre accanto.
Il punto sulle sue condizioni
Tutti gli impegni dei nerazzurri
I nerazzurri dovranno attendere
Le ultime sulle scelte dei due allenatori
Il pagellone del centrocampo nerazzurro