Zanetti: “Inter-Juventus era fondamentale: ancora una volta siamo stati danneggiati. Calciopoli? Ognuno ha la sua storia”
Il Vicepresidente nerazzurro ha parlato all'evento organizzato da Volvo ItaliaJavier Zanetti è intervenuto durante l’evento tenutosi al Volvo Studio Milano “Vision 2020 talks. Capitano in campo e nella vita”. Ecco le sue parole.
MOMENTO PIU’ BELLO ALL’INTER E QUELLO PIU’ DIFFICILE – “Gioie ce ne sono state tante. La mia prima partita a San Siro, contro il Vicenza, è stata indimenticabile. Fra le vittorie c’è quella in Coppa Uefa nel ’98. Poi Madrid per il fatto che non ho mai visto i tifosi dell’Inter così felici. Quando siamo entrati in campo per il riscaldamento c’era la nostra curva piena: abbiamo pensato tutti di non poterli deludere. Dopo la partita ho visto l’immagine di Piazza Duomo strapieno, così come San Siro al nostro ritorno. Abbiamo raggiunto un traguardo irraggiungibile. Ci sono squadre che provano a fare il Triplete e non riescono? Rimarrà sempre così (ride). Il momento più difficile è stato il 5 maggio. Ma tutte le sconfitte ci hanno resi più forti per vincere quello che abbiamo vinto poi. In quel momento, come nella semifinale contro il Milan in Champions, ero ancora più fiero di essere interista, pur avendo pianto molto. Quando è arrivato il Real Madrid ho pensato a cosa avrebbe significato vincere con l’Inter piuttosto che con altre squadre”.
GIOCATORE PIU’ FORTE – “Ronaldo il Fenomeno e Messi. Sono tutti e due fenomeni. Il brasiliano vinceva le partite da solo, così come Messi. In qualsiasi momento potevano inventare giocate dal nulla. Ryan Giggs il più forte che ho affrontato, sempre leale, così come Paolo Maldini. Anche Kakà era difficile da marcare”.
GIOCATORI PIU’ FORTI IN ALLENAMENTO CHE IN CAMPO – “Quaresma in allenamento era devastante. In partita però non riusciva a dare lo stesso. Coutinho? Bravissimo. Ora tutti parlano dell’errore fatto dall’Inter nel decidere di venderlo. In quel momento era diverso: aveva poco spazio perché c’erano altri campioni. Lui poi era giovane e non riusciva a ritagliarsi spazio. Ma è un grande giocatore e lo sta dimostrando”.
GIOCATORI RIMPIANTI DALL’INTER – “Simeone. E’ stato poco da noi, credo che l’Inter dovesse decidere di tenerlo. Sono scelte che dipendono da molti aspetti. Era un combattente“.
BROZOVIC – “Ha avuto una reazione da grande giocatore. Dopo le difficoltà non era semplice, ma sta dimostrando il suo valore e ne sta beneficiando tutta la squadra”.
MORATTI – “Un padre. Il primo ad accogliermi nella sua famiglia, che è l’Inter. Mi ha accompagnato in tutti i momenti vissuti assieme. Lo ringrazierò sempre. Lui pensava non solo al calciatore, ma alla persona”.
CUPER – “Credo che con lui sia iniziato il nostro cambiamento. E’ stato vicino a vincere. Con il suo staff ci ha fatto lottare con una grande cultura del lavoro”.
ALLENATORI PEGGIORI – “Andavo d’accordo con tutti. Anche quando non ero titolare rispettavo la scelta del mister: credo sia giusto così. Per il bene della squadra, dopo arrivava il mio interesse personale”.
ARBITRAGGI CHE LO HANNO FATTO ARRABBIARE – “Sono sincero: in quei momenti lì ero arrabbiato, così come tutto il calcio italiano era arrabbiato. Lo abbiamo superato e abbiamo dimostrato di essere superiori anche a questo. Ognuno ha la sua storia: io sono fiero della storia dell’Inter”.
SPALLETTI – “Grandissimo allenatore. Fa giocare bene le sue squadre. Con la Roma ci ha sempre messo in difficoltà. E’ riuscito a creare un gruppo ben definito, con giocatori funzionali. Lui e tutto lo staff meritano di andare in Champions League”.
PERSONA PIU’ DIVERTENTE NEL CALCIO – “West E Maicon. Taribo una volta ci ha invitato ad una Messa celebrata da lui. Poi una volta è sparito. Dopo la pausa natalizia per un mese non si trovava. Un giorno arriva alla Pinetina con una tunica dicendo: ‘Mi sono sposato. Nel mio paese, quando ci si sposa poi c’è un mese di vacanza!'”.
INTER-JUVE – “Abbiamo affrontato una squadra forte, facendo una grande partita. Però abbiamo perso una partita che per noi era fondamentale. Ancora una volta ci sono stati episodi che ci hanno danneggiati. Però non si può far niente. E’ inutile fermarsi, si va avanti”.
RITIRO – “Ho pensato che stava finendo una bellissima tappa della mia vita. Ho dato tutto per l’Inter. Non è stato semplice decidere di smettere. Ora è iniziata un’altra tappa altrettanto importante, dove cerco di imparare una nuova professione per portare l’Inter sempre più in alto”.
FINALE A MADRID – “C’era grande tensione ed emozione. Mancava l’ultimo gradino per alzare quel trofeo che mancava da tanto all’Inter. Mourinho l’aveva preparata nei minimi dettagli. C’era la consapevolezza di poter coronare il sogno. Quel giorno rimarrà nei cuori di tutti quelli che hanno gioito”.
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