Zanetti: “Mai pensato di ritirarmi, volevo ancora una partita davanti ai miei tifosi. Il futuro…”
L’ uomo del momento: il suo rientro in campo a sei mesi dal crack di Palermo fa parlare tutti e continua ad essere un esempio, dal momento che non capita tutti i giorni di imbattersi in un calciatore modello come Javier Zanetti, 40 anni sulla carta d’ identità ma, in realtà, un ragazzino sul terreno di gioco.
Ieri sera Pupi ha partecipato alla trasmissione di Pierluigi Pardo, Tiki Taka (vedi qui), oggi, invece, è stato raggiunto dai microfoni dei colleghi argentini de La Nacion, con i quali il Capitano ha toccato diversi temi, dal suo infortunio fino ad arrivare alle previsioni per il futuro.
Mai pensato di aver concluso la carriera?
“No, mai. Sapevo che sarei tornato, anche perchè il recupero è andato sempre per il meglio e non ho mai saltato un giorno di lavoro. Non ho mai avuto la sensazione di essere un ex giocatore poichè sono rimasto sempre vicino ai miei colleghi, alla Pinetina e negli States, pur non potendo ancora toccare la palla: io sono sempre stato uno positivo, non provateci!“
Però in questi mesi hai avuto il tempo di pensare a come sarà la tua vita dopo il ritiro?
“Sì, in questi mesi ho dedicato tanto tempo alla mia famiglia e alla Fundacion Pupi. Ho notato che sul campo da gioco ci sono tante cose da fare, ma la posizione di dirigente la vedo nel mio futuro e il passaggio non sarà un trauma per me“.
Ricordi dell’ infortunio?
“La sera, dopo la partita, sarei dovuto andare a un incontro della Fondazione. Ci sono tornato appena ho potuto, con le stampelle, ma ci sono andato. Il lato positivo dell’ infortunio è stato constatare, ancora una volta, che la gente con me è splendida: attestati di stima inaspettati. E pensate che addirittura Tuttosport ha aperto uno spazio ai tifosi per scrivermi. Inoltre ho avuto il tempo di scrivere il libro Giocare da Uomo, già 35mila copie e che il 9 dicembre sarà presentato alla Camera dei Deputati a Roma!“
Quando ti sei fatto male ti hanno pensato tutti, non è vero?
“Incredibile: un giorno mi ha chiamato David Beckham ma non risposi perchè non conoscevo il numero. Mi lasciò un messaggio per augurarmi una pronta guarigione, dato che nel 2010 anche lui si ruppe il tendine d’ Achille. Dopo l’ intervento mi ha richiamato e stavolta abbiamo chiacchierato tanto tempo: mi ha stupito il fatto che non volesse farmi un saluto veloce, era interessato a tutti i miei progressi”.
E ora che farai?
“Ci tenevo a giocare almeno una partita: è stato un secondo esordio e non finirà qui. Il mio contratto scade a giugno 2014, se sento di essere utile e rientro nei progetti della nuova società, non escludo di giocare ancora!“