Milito e Zanetti nel giorno del decennale del Triplete: “Il gruppo è stato fondamentale, piazza Duomo era da pelle d’oca”
Lunga chiacchierata tra i due argentini grandi protagonisti dell'annata 2009/2010La tristezza per la scomparsa di Gigi Simoni si mescola alle celebrazioni interiste nel decennale della finale di Madrid che consegnò l’Inter di José Mourinho alla leggenda. Tante iniziative social per ricordare quella notte. Sui canali Instagram nerazzurri, tocca a due grandi protagonisti di quella stagione come capitan Javier Zanetti e il Principe Diego Milito rispolverare l’album dei ricordi. Ecco le loro dichiarazioni.
ZANETTI – “Non è mai facile competere in tre competizioni ed arrivare fino in fondo in tutte. Grazie al gruppo, tifosi e società abbiamo raggiunto questo traguardo”.
GRUPPO – “Ricordavo con il Cuchu tutti gli Asado a fine allenamenti. C’era Walter e tu mangiavi soltanto. Provo una grandissima emozione rivedendo le partite, mi porta sempre a Madrid. Prima di essere calciatori eravamo grandi uomini, c’era grande rispetto e generosità. La voglia di fare qualcosa di importante era dentro ognuno di noi”.
FINALE – “Quando danno i minuti di recupero io guardo Walter Samuel e piango. Lui non mollava mai e mi diceva che mancavano ancora due minuti. Però io pensavo a tutto quello ed era emozionante”.
BARCELLONA – “Era l’ultimo step, una volta superato questo ostacolo non potevamo non vincere a Madrid. Ricordo quando sono venuti i tuoi genitori perché tuo fratello giocava nel Barcellona”.
ROMA-SAMPDORIA – “Eravamo a casa tua, quando la Roma ci ha sorpassato non dipendeva da noi ed aspettavamo questo passo falso, arrivato nel momento giusto. Quell’anno lì sentivo che qualcosa di speciale potesse accadere. Dopo la Fiorentina vi ho incoraggiati per non mollare, abbiamo fatto la tabella dove la Roma può perdere punti”.
COREOGRAFIA A MADRID – “La pelle d’oca. Quando siamo tornati a Milano sapevamo che San Siro all’alba era stracolmo”.
ULTIMO MESE – “Non potevamo sbagliare niente, tutte partite dentro fuori”.
MOURINHO – “Un grande condottiero, ci ha trasmesso la consapevolezza di fare quel salto. José trasmetteva tranquillità nel momento giusto, quando fuori c’era molta tensione e noi lo sapevamo. Al di là delle capacità è molto intelligente e sapeva toccare i tasti giusti per farci dare il massimo”.
TIFOSI – “L’emozione è tanta, oggi è la nostra giornata, della famiglia interista in tutto il mondo. I nostri tifosi ci hanno dato tanto e si meritavano tutto questo, non ci hanno mai lasciato soli”.
MORATTI – “Vedere la sua felicità e quella dei nostri tifosi è stato incredibile. Era una grande persona, la sua famiglia era interista e se lo meritava. Ci ha trasmesso l’Inter e cos’era l’Inter per lui. Dopo la finale hanno fatto vedere il Duomo e volevo prendere l’aereo ed andare ad abbracciare tutti, uno per uno”.
PRESENTE – “Altro Triplete? Ci stiamo lavorando, serve un grandissimo gruppo di persone e giocatori magnifici”.
SIMONI – “Un grandissimo bacio ed un abbraccio a tutta la famiglia”.
MILITO –
ARRIVO ALL’INTER – “Era un sogno arrivare in una società come l’Inter. Arrivavo in una grandissima famiglia come mi hai detto tu, è stato così e sono stato fiero di aver fatto la storia di questa squadra. Sono entrato in un gruppo vincente, di grandi campioni. Sapevo che avevate un sogno come lo avevo io ma il club andava per la Champions. José ne parlava di questo, e quando lo desideri così fortemente può diventare realtà”.
GRUPPO – “Si è formato un grande gruppo e se ci sentiamo ancora dopo 10 anni significa tanto. Asado? Non è vero che mangiavo tanto, difendimi”.
RIVEDERE LE PARTITE – “Sembra ieri, mi ricordo tutto perfettamente. Questi 10 giorni sono stati fondamentali per la storia, non è stato facile. Anche qui in Argentina se ne parla. In Italia non lo ha fatto nessuno e siamo molto orgogliosi di questo”.
SANTA RITA – “Oggi è il suo giorno, non ci poteva lasciare da soli. Se ricordi Pupi siamo andati a pregare da lei prima della finale di Madrid. Era tutto scritto”.
FINALE – “Avevamo di fronte una grandissima squadra, avevano vinto Coppa e campionato, entrambe potevamo vincere il Triplete. Dopo Barcellona tutti noi abbiamo capito che potevamo farcela, avevamo grande fiducia”.
GENITORI – “Mio padre tifava per noi perché io giocavo e mio fratello no. Sul 2-1 non era però così contento se avessimo fatto il terzo gol. Poi l’ho fatto io ed ha esultato, chiedendo scusa a Gabriel. Una volta alla Pinetina Mourinho gli chiese quale squadra preferiva ma non sapeva cosa rispondere. Alla fine è stato contento della nostra vittoria”.
IMPORTANZA DI ZANETTI – “Dopo il pareggio a Firenze eravamo morti, e tu sempre hai detto che ce l’avremmo fatta. Sei stato fondamentale”.
POST BARCELLONA – “E’ stato bellissimo, indimenticabile. Non riuscivamo ad uscire dall’aeroporto, meritavano questa soddisfazione. Ci hanno accompagnato sempre perché il percorso non è stato facile. Dopo il pareggio con la Dinamo in casa eravamo ultimi. Al ritorno lo ricordiamo come poi è finita”.
MOURINHO – “Ha contato su di noi, ha fatto esprimere il meglio di noi, come contro il Catania. Ci ha dato tanto ed è stato fondamentale. Prima delle partite? Non era carico, i leader erano così. Nei momenti clou trasmettono calma. Nei momento giusti ci strigliava ma sapeva anche mantenere la calma. A Barcellona è entrato prima lui in campo per proteggerci e prendersi tutti i fischi. Sono cose importanti perché avevamo messo su di lui l’attenzione”.
PRESENTE –“Spero che l’Inter potrà farlo nel prossimo anno, non è semplice. Serve l’anno perfetto. Serve il gruppo e noi eravamo straordinari, ci dicevamo le cose in faccia”.
SIMONI – “Un grandissimo bacio ed un abbraccio a tutta la famiglia”.
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