Una generica intervista a Javier Zanetti, persino oggi, difficilmente può escludere domande sul 2010 e sul Triplete: ecco perché inizia proprio da lì, da undici anni fa, la serie di domande rivolte all’ex capitano e attuale vicepresidente dell’Inter, nel corso di un evento organizzato da Pallacanestro Varese, a cui Pupi ha partecipato come ospite. “Il 2010? E’ stato coronare un sogno – ha dichiarato Zanetti – E’ stato un anno molto importante per me, per l’Inter. Non è stato semplice perché ci sono state tante difficoltà prima di raggiungere quei traguardi”.
Ancora Zanetti su quell’annata magica: “Prima di essere grandi campioni eravamo uomini, e quando ci sono uomini intelligenti che vanno tutti nella stessa direzione con un lavoro dietro che ti supporta, difficilmente non raggiungi i tuoi traguardi – continua – Sono orgoglioso e fiero di essere stato il capitano di quella squadra perché vedere la soddisfazione del popolo nerazzurro di vincere il Triplete, una squadra italiana a vincerlo sinora, è stato qualcosa di unico. Scrivere pagine importanti per l’Inter, che per me è una famiglia, sarà sempre qualcosa di speciale”.
Viene poi chiesto a Zanetti se percepisca l’Inter come una Nazionale: “Sì, perché sono arrivato molto giovane, per me arrivare dall’Argentina all’Inter era la mia più grande opportunità – spiega l’ex calciatore – Volevo dimostrare subito di poter giocare nel calcio dei grandi e nel calcio italiano”.
Infine, qualche considerazione su cosa abbia lasciato in lui la carriera da calciatore: “Tanti amici, tante persone… – risponde – Se mi chiedi cosa mi manca più del calcio ti dico lo spogliatoio. Mi manca quell’atmosfera che ogni giorno si respirava nel centro di allenamento”.
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