Zanetti: “Metto a disposizione la mia esperienza, imparerò giorno per giorno”
Zanetti Vice Presidente: Pupi a colloquio con SS24, tra futuro, mercato, l’eredità della fascia di Capitano e una cravatta speciale…
Storica bandiera e nerazzurro purosangue, Javier Zanetti, dopo il suo recente ritiro dal calcio giocato, ha visto spalancarsi di fronte a se le porte dei piani alti di Corso Vittorio Emanuele. Il suo nuovo ruolo all’interno dell’Inter è ormai stato definito e non resta che aspettare l’annuncio ufficiale per poter appellare Pupi con il suo nuovo titolo di Vice Presidente della Società. Questo e molti altri gli argomenti trattati dall’eterno numero 4, a colloquio ieri con Silvia Vallini di Sky Sport 24, a margine dell’evento tenutosi a Palazzo Lombardia per celebrare i 50 anni dalla prima Champions League vinta dai nerazzurri.
“Adesso ci sono persone più capaci di me nel gestire determinate cose. Ora voglio trasmettere la mia esperienza portando in giro il nome di questa società e imparare giorno dopo giorno per conoscere i vari settori in cui essere d’aiuto. Studiare l’inglese? Lo facevo già, credo faccia parte della crescita personale di un manager, anche se a livello di ruoli non è stato ancora definito nulla. Il legame con l’Inter continuerà e vedremo cosa succederà”.
Zanetti lascia un’eredità pesante, quella di Capitano della Beneamata. Innumerevoli le illazioni su chi potrebbe esserne il degno successore, ma, di nuovo, chi Capitano lo è stato per così tanto tempo, ha le idee chiare: “Andrea (Ranocchia ndr) conosce il valore della maglia nerazzurra e, secondo me, può essere l’uomo giusto per questa scelta. E’ disponibile e tutti lo ascoltano, secondo me potrebbe fare benissimo”.
Impossibile non fare un appunto sul mercato, sottolineando come sarebbe stato molto curioso vedere Zanetti giocare a fianco di Tom Ince, figlio dell’ex nerazzurro Paul, di questi tempi accostato spessissimo all’Inter: “La sua cravatta ha ricordato quello del mio arrivo? Sì, ho creato una tendenza (sorride, ndr). Quella cravatta c’è ancora, è nel mio museo a casa. Paul’ Eravamo grandi amici, ricordo che andavamo a giocare insieme con gli altri nostri compagni e lui scherzava con il pallone. Ho un grandissimo rapporto con lui: mi diceva sempre che io ero il suo fratellino più piccolo”.
Infine, circa la concreta possibilità che il club decida di ritirare la maglia numero 4 afferma: “Si parla di questo in società e nel caso in cui ci si arrivasse sarebbe un grandissimo onore per me, ma io non voglio forzare nulla”