Gabriele Gravina, fresco di rielezione a presidente della FIGC, ha sempre pensato al calcio con una dimensione maggiore a quella di semplice sport nazionale. Nella sua intervista a Il Corriere dello Sport Gravina ha infatti lanciato una proposta interessante per ovviare al problema logistico della vaccinazione di massa.
Il Covid-19 infatti non presenta solamente gli evidenti e risaputi problemi sociali e sanitari, ma anche di organizzazione. Avviare un protocollo che preveda in poche settimane o mesi la vaccinazione di milioni di italiani è un’impresa notevole e di difficile applicazione pratica. Gravina però offre il calcio come soluzione: “Vacciniamo noi l’Italia. Il calcio è pronto a offrire i suoi centri sportivi per accelerare l’immunizzazione del nostro Paese. I nostri club hanno un’organizzazione sanitaria: la offriamo per somministrare le dosi. E non pretendiamo nulla, non vogliamo nessuna priorità per gli atleti”.
“Il protocollo attuato sinora funziona: i campionati non corrono alcun rischio. Quando poi si rivaluterà la riapertura degli stadi, anche solo parzialmente, il passaporto vaccinale è sicuramente una delle ipotesi al vaglio per non correre rischi”.
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