Crespo si racconta: “Vincente grazie all’Inter. Milan? Istanbul bruciò parecchio”
L'ex attaccante nerazzurro ha rilasciato un'intervista esclusiva al suo ex rivale sul campoHernan Crespo si racconta ai microfoni di David Trezeguet nel corso di una speciale intervista per Mediaset Premium. Tanti i temi toccati, a partire dalla sua infanzia fino ad arrivare all’Inter.
PRIMI PASSI – “La mia famiglia era molto vicina a me, prima di tutto mi insegnarono i valori fondamentali della vita. Dovevo andare bene a scuola, altrimenti non andava bene…Il passaggio da giovanili e prima squadra fu incredibile: fino a 15 anni non avevo mai visto lo stadio ‘dei grandi’, poi incredibilmente a 16 anni debuttai e cominciai a fare la differenza. Poi nelle giovanili non ti conosce nessuno, mentre quando giochi con la prima squadra tutta la gente ti riconosce, è fantastico ma bisogna stare attenti: se credi di essere arrivato, ti bruci. Avevo come autista personale Goicoechea, una bandiera del calcio argentino…”
IL RIVER – “Mi chiedevano tutti di fare gol, e per me era una cosa che veniva naturale, quindi ero molto fortunato. Al River Plate avevo come tutore Enzo Francescoli, un altro grandissimo campione. Mi chiedeva di fare tutto ed il contrario di tutto, ma era bellissimo: stavi aiutando uno dei tuoi idoli. Una volta mi ricordo che segnai due gol contro il Racing, e nel post partita andai davanti alle telecamere e dissi quello che pensavo. Un errore grave, anche se non penso di aver detto nulla di che. Al primo allenamento, tutto lo spogliatoio mi riprese, mi fecero capire che per arrivare ad alti livelli dovevo volare basso”
VOGLIA D’ITALIA – “Ad un certo punto volevo cambiare, volevo andare in Italia. Lì trovai il Parma, che come me voleva farsi spazio nel mondo del grande calcio. All’inizio però non fu facile, ero allenato da Ancelotti che era alla prima esperienza in Serie A. A metà anno eravamo praticamente retrocessi, e nelle due partite che chiudevano tra fine dicembre ed inizio gennaio giocavamo contro il Milan a San Siro e contro la Juventus al Tardini, le vincemmo entrambe. Alla fine arrivammo al secondo posto e ci qualificammo per la prima volta in Champions League. Mi ricordo che all’inizio della mia esperienza mi fischiavano sempre, ma io non mollai mai e nonostante tutto mi tolsi delle grandi soddisfazioni”
ESPERIENZA LAZIALE – “Appena arrivai vincemmo la Supercoppa Italiana contro l’Inter, ma poi mi infortunai. L’ambiente era appagato, avevano vinto lo scudetto l’anno prima ed Eriksson aveva già detto che sarebbe andato via a fine stagione. Venne esonerato prima del previsto dato il rendimento della squadra e per fortuna arrivò Zoff che scelse di utilizzare il 4-4-2: da li cominciai a segnare a raffica. Un episodio divertente? Una volta andai in giro con Veron in pieno giorno e fu incredibile. Lui uscì tutto coperto per non farsi riconoscere, ma poi capirono che eravamo noi e ci assediarono. Dovemmo nasconderci in un negozio e chiamare la polizia per farci tornare a casa”
ARRIVA L’INTER – “Fu una situazione paradossale: eravamo ad allenarci, e il figlio di Cragnotti ci chiamava per dirci le novità di mercato. Prima chiamarono Nesta per dirgli che sarebbe andato al Milan, poi toccò a me: andavo all’Inter e non ci credevo. Il giorno prima eravamo compagni, l’indomani ci trovammo a dover giocare contro. Il primo impatto con lo spogliatoio nerazzurro? Mi ricordo che tutti mi guardavano per cercare di capirmi, di studiarmi, tutti tranne Bobo Vieri, lui era contento perché sapeva che grazie al mio contributo avremmo potuto vincere dopo anni di delusioni”
LA MILANO ROSSONERA – “Era incredibile: ti giravi e vedevi campioni e campioni, tanti Palloni d’oro…però vivemmo la notte di Istanbul: tutto sembrava perfetto. Segnò Maldini perfino. Eravamo inarrestabili, ci sentivamo imbattibili per davvero. Eppure quei 6 minuti furono a dir poco devastanti, cambiarono per sempre qualcosa in me. Non ci credevo che il Liverpool avevano ribaltato tutto. Fu tutto terribile”
ESPERIENZA AL CHELSEA – “Ero stufo di vedere la Juventus vincere ed arrivare sempre secondi. Così andai al Chelsea e vincemmo il campionato. Fu appagante…”
SECONDA AVVENTURA ALL’INTER E LA FINE DELLA CARRIERA – “Tornai a Milano da vincente, e continuai a vincere. Vincemmo sempre lo scudetto per 3 anni di fila e fu bellissimo. Poi andai al Genoa e riuscimmo ad arrivare in Europa League: fu fantastico vedere tantissimi tifosi acclamare il tuo nome ed essere il loro idolo. La chiamata del Parma poi fu la chiusura perfetta del cerchio. Cosa consiglio ai giovani di oggi? Di non mollare mai. A volte può sembrare difficile, ma con il sacrificio si fanno grandi cose”
FELIPE MELO VOTA SABATINI