Rizzoli: “Cambieranno le proteste, opportunità per essere migliori. Ecco cosa succede con il Var”
Il designatore degli arbitri della Serie A spiega alcune nuove dinamicheNon sarà una vera e propria rivoluzione, ma come certificato dalla prime due giornate di Bundesliga dovremo comunque abituarci ad un nuovo modo di concepire il calcio fin quando l’emergenza coronavirus non sarà definitivamente lasciata alle spalle. Anche per il mondo arbitrale i cambiamenti saranno ingenti, come spiegato dal designatore Nicola Rizzoli questa mattina sulle pagine de La Gazzetta dello Sport. Ma, da una situazione così straordinaria, la cultura italiana dello sport potrebbe fare un passo in avanti, a partire dalle proteste che andranno necessariamente ridimensionate per rispettare la giusta distanza sociale nei confronti dell’arbitro. Queste le parole di Rizzoli:
Il presidente Nicchi, qualche settimana fa alla Gazzetta, non aveva escluso che per ridurre la mobilità si potesse designare un arbitro anche per una partita più vicina al suo luogo di residenza. Era un momento diverso da questo, ma è ancora un’opzione sul tavolo?
“Voglio essere chiaro: di base verrà designato sempre l’arbitro migliore per la partita che deve dirigere, anche se è ovvio che abbiamo un pool di arbitri in grado di fare qualunque partita. Poi le considerazioni sul viaggio, sul modo in cui dovranno spostarsi, sui pernottamenti, sono elementi che saranno tenuti in considerazione, ma non come priorità, ma per semplificare e per salvaguardare tutti. L’obiettivo principale è evitare che un arbitro diventi positivo, perché in quel caso bisogna andare a ritroso per individuare tutti i suoi contatti. Tutti dovranno essere facilmente tracciabili e isolabili per finire il campionato anche con la possibilità che qualcuno possa diventare positivo, minimizzando il rischio – che non potrà mai essere zero – grazie ai protocolli”.
Capitolo proteste: il documento predisposto dalla Lega dice chiaramente che saranno vietate le proteste nei confronti degli arbitri e le distanze di sicurezza.
“Stiamo parlando di correttezza, che dovrebbe già esserci da un punto di vista del rispetto e che prevede che per parlare ci siano solo due persone. L’emergenza legata al virus ci impone la distanza e quindi laddove il capitano verrà a parlare con la giusta distanza e i giusti modi l’arbitro parlerà. Se istintivamente, perché l’istinto e l’adrenalina sono comprensibili, verrà troppo di corsa dimenticando la distanza sarà invitato a mantenersi a un metro e mezzo. Solo se si va oltre il rispetto e la correttezza sarà necessario ammonirlo per comportamento antisportivo. Insomma, è solo un rafforzativo di quello che è un passo culturale da compiere, ma è quello che abbiamo sempre fatto: quando ci sono stati troppi giocatori a protestare dall’arbitro, il direttore di gara non ha parlato, ma ha cercato il capitano chiedendogli di mandare via i compagni per poi parlare”.
Della serie ‘ne usciremo migliori’?
“È un’opportunità. Da queste situazioni dobbiamo imparare cosa migliorare e questo vale per tutti, non parlo solo di calcio. E nel nostro caso questi comportamenti possono diventare un bel messaggio: la gente vedrà un rispetto maggiore, con le distanze ed i modi giusti e in quel caso il dialogo ci sarà, se si deve venire addosso a protestare allora ci sarà un deterrente in più contro questo atteggiamento aggressivo”.
Capitolo Var, alla ripresa ci sarà, con postazioni messe in sicurezza e con 3 persone anziché 4 (il quarto, l’operatore che invia le clip alle regie, sarà altrove). Ma se la Var room unica a Coverciano fosse stata pronta non sarebbe stato un vantaggio in una fase come questa?
“Potenzialmente sì e potenzialmente no. Tedeschi e spagnoli, ad esempio, hanno valutato fino all’ultimo la sala unica a rispetto alle varie postazioni negli stadi. E anche lì si è scelto di mantenere le persone separate anziché assembrarle. Ripeto, dobbiamo fare in modo di non aver positivi, perché si complicherebbe tutto. Anche se c’è da dire che per come è progettata la Var Room di Coverciano garantirebbe il distanziamento anti-contagio rispetto ad altre che usano sale uniche, mentre noi come gli spagnoli avremo postazioni separate e chiuse e con ventilazione autonoma”.
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