Altobelli: “Icardi? Tra i 5 top al mondo. All’Inter servirebbe un Vidal, ma in questo momento Brozovic…”
Le parole dell'ex attaccante goleador interista sui sogni nerazzurriIl secondo marcatore nella storia dell’Inter, dopo l’inarrivabile Giuseppe Meazza, è Alessandro Altobelli con 209 reti segnate. L’ex centravanti e tifoso nerazzurro, soprannominato ‘spillo’, è stato intervistato da La Gazzetta dello Sport nell’edizione di quest’oggi. Una chiacchierata in cui ha parlato molto di un bomber come Icardi e del segreto per sbloccare i nerazzurri in chiave offensiva.
Il 66% dei gol nerazzurri arriva da quei due: è sorpreso?
“No, è una cosa naturale se si gioca con quel sistema. Palla sugli esterni, cross e quindi il gol arriva dal centravanti o dall’ala che taglia dal lato opposto. Semmai sono sorpreso dai gol mancanti di Candreva”.
Qualcuno sostiene che Icardi, nonostante i 24 gol in campionato, partecipi poco…
“Per i palloni che ha avuto a disposizione, ha segnato anche fin troppo. Non si può criticare Mauro, lui c’è sempre, poi si può sbagliare come è successo nel derby. Spalletti fa bene a non toglierlo dall’area e, anzi, a valorizzarne i pregi lì dentro. Segna con una regolarità pazzesca e poi dà l’anima anche quando non fa gol. Lui è tra i top 5 al mondo”.
Quindi per sopperire ai passaggi a vuoto di Icardi e di Perisic cosa si dovrebbe fare?
“Bisognerebbe avere un piano B che consisterebbe nell’avere centrocampisti in grado di inserirsi e segnare. Un elemento alla Vidal, per esempio. Il giocatore dell’Inter che più si avvicina al cileno sarebbe Brozovic. Ma parte forse da troppo lontano”.
Quale soluzione proporrebbe?
“Non voglio sostituirmi a Spalletti che reputo un grandissimo allenatore. Da osservatore esterno magari proverei a irrobustire i sostegni a Icardi passando al 4-4-2 ogni tanto con Eder al suo fianco e Candreva-Perisic sugli esterni. Eder è più seconda punta che trequartista nel 4-2-3-1”.
Oppure…
“Oppure chiedere maggior incisività ai centrocampisti: da Brozovic a Rafinha passando per Vecino. Devono essere più reattivi ad accompagnare l’azione, a farsi trovare nelle vicinanze dell’area di rigore”.
È ottimista per la qualificazione in Champions?
“Sì, la strada intrapresa da Spalletti è giusta. Difficile, ma giusta. Lazio e Roma sono avversarie di qualità. Occhio a non arrivare con tutto in ballo all’ultimo turno, a Lazio-Inter…”.
Contro il Torino quale sensazione ha avuto?
“Di una squadra in forma, mentalmente e fisicamente. I giocatori stessi sanno che mancare la Champions sarebbe un fallimento. Per quello devono dare ancora qualcosa in più”.
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