Antonello: “Andavo al Meazza a vedere l’Inter negli Anni Settanta. Il 7-1? Chissà come saranno avvelenati”
L'ad nerazzurro ha parlato del suo rapporto con BergamoL’amministratore delegato dell’Inter Alessandro Antonello, originario di Bergamo, in un’intervista a L’Eco di Bergamo, ha parlato della sfida tra il club milanese e l’Atalanta:“Abito sul viale, proprio sotto le Mura. Quando mi sveglio, mi riempio la vista di Città Alta. E che il legame con Bergamo, sia personale che di tutta la mia famiglia, è indelebile. Ma sono interista fin da bambino. Avevo 6 anni quando Fabrizio, che ne aveva 12, mi portò con un amico di famiglia a San Siro per la prima volta. Troppo interista il mio entourage di allora perché non lo diventassi anche io”.
TRADIMENTO – “Traditore, nello sport, non si dovrebbe neanche pensare. La mia cultura, che deriva dai tempi dell’agonismo praticato in piscina, non contempla prese di posizione e comportamenti estremi. Il mio cuore sempre nerazzurro è, ma dal lato milanese. Ci tengo a ribadirlo”.
RUOLO ALL’INTER – “Suning Holdings Group, la proprietà cinese, mi conosce bene. Mica sono stato paracadutato per caso a fare l’amministratore delegato. Quando è stato preso Spalletti, ero già direttore operativo”.
LEGAME CON L’INTER – “Negli anni Settanta, quando il Meazza era suddiviso in Distinti e Popolari, io c’ero. Era l’Inter casereccia di Ivanoe Fraizzoli e di Giacinto Facchetti”.
LA GRANDE INTER – “Ne conosco la storia. E per me è stati un piacere e un onore presenziare all’inaugurazione di un piazzale intitolato a Helenio Herrera. Sono fiero di esserci andato io a rappresentare l’Inter”.
SFIDA DI DOMENICA SERA – “Chissà come saranno avvelenati, quelli dell’Atalanta, dopo il 7-1 dell’anno scorso. Noi vincemmo con ampio margine, ma fu un episodio. Sarà una brutta gatta da pelare: Gasperini ha dato la svolta, col suo gioco frizzante. Oggi l’Atalanta è una squadra molto temibile. Se non l’affronti tenendo altissima la concentrazione, rischi. E in questo momento per l’Inter non vincere significherebbe, probabilmente, perdere il contatto con la vetta della classifica”.
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