Éder: “Vi racconto le migliori qualità di Icardi. Iachini? Non è difensivista, per me è come un padre”
L'italo-brasiliano è un doppio ex di Empoli-InterEcco la seconda parte dell’intervista rilasciata da Éder Citadin Martins sulle pagine de La Gazzetta dello Sport. Quella di questo pomeriggio tra Empoli ed Inter, sarà una partita molto sentita dall’attaccante dello Jiangsu non solo perché ha vestito entrambe le maglie, ma soprattutto per il rapporto umano instaurato negli anni con l’ex allenatore Iachini, avuto nelle esperienze con Brescia e Sampdoria.
Intanto fermare la corsa della Juve si è rivelato un sogno.
“Oggi per l’Inter vincere lo scudetto è riconfermarsi in Champions: quest’anno e per i prossimi anni. E poi, col Napoli, dare fastidio alla Juve il più possibile: così ti prepari a vincere”.
Magari provando a vincere l’Europa League?
“Perché no. Brutta botta l’eliminazione dalla Champions, ma la vittoria di mercoledì dimostra che questa squadra ha sempre voglia di rialzare la testa. Il Napoli è forte e poi ha Ancelotti, uno che avrei voluto come allenatore. In Nazionale dividevo la camera con Thiago Motta: quando mi parlava di lui, gli brillavano gli occhi”.
Gira e rigira, spesso se l’Inter fa bene dipende da Icardi: uno con cui lei avrebbe voluto giocare di più.
“Mauro ha due grandi qualità: se non segna se ne frega delle critiche e non ha mai l’ansia che non gli arrivi la palla giusta, perché sa che l’ultima palla, quella giusta, sarà sua. Era così già quando giocò la sua prima gara italiana, Juve Stabia-Samp: si alzò dalla panchina per andare a segnare”.
Lo fece alzare Iachini, che oggi lo guarderà dall’altra panchina.
“In tanti lo chiamano difensivista, ma in realtà è uno che lavora molto sulla tattica, anche offensiva, e semmai agli attaccanti lascia la possibilità di dedicar si meno alla fase difensiva. Chiedete a Icardi se Iachini è solo un difensivista. O chiedetelo a Dybala, che prima che arrivasse lui a Palermo vedeva le partite dalla tribuna. O a Politano, che nel Sassuolo aveva massima libertà assieme a Berardi: a volte era come se il mister giocasse senza punte, ma rompeva le scatole a tutti”.
Soprattutto all’Inter.
“Lo scorso campionato due k.o. in 2 partite col suo Sassuolo: perdendo con loro in casa alla penultima pensammo di aver perso la Champions. Non darei per scontata questa partita”.
Lei però con Iachini è di parte.
“Per me è come un papà: forse l’unico tecnico al quale sono legato anche da un rapporto extrasportivo. Mi volle a Brescia e mi rivolle alla Samp: ‘Se vieni, andiamo in A’. Ci andammo”.
Un difetto lo avrà anche lui…
“Molto scaramantico, ma nel calcio non è un difetto. Le racconto questa: un giovedì sento un dolorino muscolare subito prima della partitella, lui mi manda nello spogliatoio senza farmela giocare e la domenica vinciamo. Secondo lei ne ho più giocata una, il giovedì?”.
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