Felipe Melo: “Il lavoro che faccio non lo vedrete mai da Messi, felice dell’apporto dei tifosi…”
“Io mordo abbastanza, e insieme a Medel ora siamo in due a mordere. Vengo anche chiamato il comandante, ma questo è più un nome che mi han dato i tifosi. Ci impegniamo nel fare il nostro lavoro, che è quello di mordere lì in mezzo, fare lavoro oscuro e dare la palla a quelli che […]“Io mordo abbastanza, e insieme a Medel ora siamo in due a mordere. Vengo anche chiamato il comandante, ma questo è più un nome che mi han dato i tifosi. Ci impegniamo nel fare il nostro lavoro, che è quello di mordere lì in mezzo, fare lavoro oscuro e dare la palla a quelli che i gol li sanno fare come Stevan Jovetic, Mauro Icardi, Ivan Perisic. Poi, se si ha la possibilità, anche di provare a segnare. Ma il mio lavoro è quello di rubare palla, roba che non vedrete mai fare a Lionel Messi o Neymar” a precisarlo è il nuovo idolo dei tifosi nerazzurri, Felipe Melo, e proprio a proposito dell’apprezzamento dei tifosi nei suoi confronti dice: “Credo di essermelo meritato perché in campo corro sempre, lotto, questa è la mia forza. Do sempre tutto per il club che mi permette di mettere il pane sulla tavola, lotto su ogni pallone e provo a coinvolgere anche i miei compagni. Quando vedo un mio compagno che lotta, sale per attaccare, scende per difendere, finisco con l’aiutarlo. Questo influenza la squadra e influisce anche sui tifosi, che quando vedono una squadra lottare incitano. Sono felice, sto facendo bene il mio lavoro e il tifo apprezza“. Ma è Roberto Mancini che gli chiede di mordere in campo? “Lui conosce bene le mie qualità. La gente parla molto di Melo il guerriero, di Felipe che lotta, ma chi capisce di calcio sa che anche io ho le mie qualità. Non sarò mai un numero 10 ma Dio mi ha dato una buona qualità nel passaggio: sono uno che sa rubare palla e poi invertire bene il gioco. Ma è importante anche saper fare gruppo. Ho già giocato in grandi squadre con grandi giocatori, ma non c’era una famiglia e quindi non abbiamo ottenuto nulla. Ad esempio, il mio primo anno al Galatasaray, non avevamo una squadra fortissima sulla carta, ma siamo stati capaci di fare gruppo e alla fine abbiamo vinto il campionato. E questo è quello che mi ha chiesto di fare Mancini e che sto provando a fare qui: fare gruppo” dichiara Felipe Melo ai microfoni di Globoesporte.