Spalletti: “Dobbiamo consumare la Spal. Domani gioca Gagliardini. Perisic…”
Le parole del tecnico nerazzurro in conferenza stampaIn vista della sfida contro la Spal di domenica 10 settembre 2017 alle ore 12.30, Luciano Spalletti, allenatore dell’Inter, ha risposto alle domande dei giornalisti in conferenza stampa. Il tecnico si è fermato prima ai microfoni di Inter Channel: “Per quello che ho visto è tutta la settimana che ci raccomandiamo di non cadere nella tentazione di pensarla una partita facile, perché potremmo rimanerci male. Abbiamo la testa alla partita, domani saranno in 60.000, bisogna riuscire a farsi apprezzare, hanno fiducia nei nostri confronti e non dobbiamo deluderli. I giocatori stanno facendo le cose che gli chiediamo di fare e sono interessati al lavoro. Abbiamo degli obiettivi, se vogliamo tornare a salire sugli aerei che portano in giro per l’Europa dobbiamo fare il check-in in queste partite. L’anno scorso, tante potevano sembrare facili, ma non è stato dato il massimo. Dobbiamo entrare a far parte di quelli che hanno rappresentato la storia dell’Inter. Il merito dei 60000 è di Mourinho, Ronaldo, Ibrahimovic. Io domani conoscerò meglio il nostro campionato. Ora pensiamo solo alla partita. Abbiamo un centrocampo che ruota, sono tutti centrocampisti, mediani, tuttocampisti. Non ci sono alibi, chi è andato in nazionale deve dare qualcosa di più“.
PREPARAZIONE – Lavoriamo da quando ci siamo conosciuti. Tutti i giorni cerchiamo di migliorare per diventare una squadra forte. Il fatto che vadano in nazionale è un qualcosa in più per rendersi conto di quello che possono fare. Devono dare un contributo in più anche se non hanno fatto degli allenamenti. La rifinitura è durata questi due/tre giorni per entrare subito con la testa in partita. Sono convinto che faranno una grande prestazione.
ALLENATORI TOSCANI – Semplici non l’ho sentito, ma gli faccio i complimenti per quello che è riuscito a fare con la Spal. Ma si fanno anche a tutti quelli che hanno riportato la Spal in Serie A. Ero piccolo quando la Spal era in Serie A e fa piacere rivederla. In Toscana abbiamo dei vantaggi e si finisce a giocare a pochi metri di distanza. C’è una percentuale di squadre che permette di fare gavetta e mettersi in luce. Si finisce per crescere a pane e strategie, senza dimenticare a Coverciano, che frequentiamo sempre, anche quando non ci sono lezioni, per parlare di calcio.
ALLENATORE FORTE – Nel calcio c’è la legge del calcio, quelli presuntuosi vengono puniti e qui nessuno ha la presunzione di essere quello più bravo di altri. C’è una società che lavora in maniera corretta e professionale e che ci mette in condizione di dare il meglio. Ho dei collaboratori che sono i miei occhi, le mie braccia ed è tutto più semplice. Mourinho è uno di quelli che ha determinato il fatto che domani ci siano 60.000 al San Siro. Per noi è un’occasione per far vedere che siamo di quelli che possono far parte dell’Inter dei successi. In settimana pensi a fargli capire come entrare in partita.
MOTIVAZIONI – Perché la Spal dovrebbe essere motivata più di noi? Forse perché siamo l’Inter, perché ne abbiamo 60.000 e loro 2.000. Noi dobbiamo ripagare questa fiducia. I meriti sono di Moratti, Mourinho, Zenga, Facchetti, Eto’o, Materazzi, Milito. Abbiamo portato a casa dei risultati individuali, ma dobbiamo lasciare una traccia di quello che abbiamo fatto. Nessuno si ricorderà dei contrasti vinti di Gagliardini, ma a voi piace chi fa gol e assist. Se non c’è quello che conquista i palloni, non c’è chi segna. Domani possiamo cominciare a diventare quei calciatori che hanno determinato i 60.000. Chi non si motiva da solo, non sa far bene.
OBIETTIVI – Dobbiamo cominciare a ragionare come se creassimo qualcosa da cui dover avanti il prossimo anno. I punti fermi sono Icardi, Perisic. Bisogna creare i presupposti per fare qualcosa di buono. Se un calciatore è convinto di poter dare 10, per me può dare 12, ma non deve scendere al di sotto del suo massimo. Se si dice che si deve lottare per la Champions, mi sta bene. Dobbiamo portare a casa questi risultati per poter raggiungere l’obiettivo.
PERISIC – La società ha fatto un buon lavoro affinché Perisic potesse restare perché lo stimiamo ed è una grande persona. Lo vedo un calciatore che può diventare un futuro capitano dell’Inter, anche se ce ne abbiamo un altro. Ci vogliono più capitani in una squadra. Ivan ha una qualità incredibile, resta sempre la sera ad allenarsi in palestra per migliorare. Ci deve far vedere tutto sul campo perché ci aspettiamo tanto da lui ed è disponibile ad assumersi questa responsabilità. E’ completo e ci aspettiamo di vedere tante buone cose da lui e qualche gol in più.
INTER – Per fare delle cose devi essere uno che ha sentimento per ciò che lo circonda. Mi piace lavorare bene, oltre alla famiglia, amo poche cose. Faccio questo con dedizione, perché sono innamorato del calcio, dei calciatori e la mia squadra diventa un’ossessione perché devo farla funzionare.
RISULTATI – Mi aspettavo che la mia squadra continuasse ciò che ha fatto nella pre-season, ma anche se non avessimo vinto, sarei stato soddisfatto. I risultati hanno una risonanza maggiore, ma è importante far vedere la strada dove si vuole andare.
SCUDETTO – Voi tirate a creare o il fenomeno o il fallito. Se fate dire a 10 squadre che devono vincere il campionato, 9 falliscono. Obiettivo non è vincere lo scudetto, ma migliorare il lavoro. Noi dobbiamo migliorare di 30 punti per arrivare al nostro obiettivo, per lo scudetto ne servono 50. Io non prometto nulla in questo senso, ma dobbiamo tentare di vincere tutte le partite. Se siamo 1-1 al 90′, nei 4 di recupero dobbiamo tentare di vincere la partita. Noi non ci accontentiamo del punto. Siamo felici se si vincono le partite. Abbiamo avuto delle reazioni che hanno messo in difficoltà la squadra negli scorsi anni, ma non conta l’individualità. O si vince come squadra o individualmente siamo tutti annientati. Che risultato è per l’Inter mettere la somma dei gol di un giocatore negli scaffali dei trofei se non si vince nulla? E’ inutile creare fenomeni, bisogna vincere le partite per pareggiare le differenze con le prime quattro dello scorso. Dobbiamo portare a casa partite come quelle di domani. Il nostro compito è quello di mettere il marchio, il timbro sulla partita e sono convinto che domani ce lo mettiamo. Per ridare ai tifosi la fiducia che ci hanno dato.
CAMBIASSO – Menomale che non gioca più, così non me lo ritrovo davanti (ride, ndr). Cambiasso lo trovavi ovunque. Spero possa fare l’allenatore per insegnarci qualcosa.
INSIDIE – Il pericolo è di non sottovalutare la partita. Loro hanno un lavoro colladauto. Semplici ha già fatto bene in passato e potremmo avere molte difficoltà. Ma se abbiamo intenzione di vincere, dobbiamo far si che loro ci creino lo spazio.
GAGLIARDINI O VECINO – Gioca Gagliardini e lo sa da martedì, da quando siamo ritornati da Roma. E’ un gran calciatore e se l’ho tolto è perché mi serviva un altro. Ogni volta do un foglio ai calciatori per scrivermi la formazioni, qui non l’ho fatto ancora, ma tutti la pensano come me. Un calciatore più importante diventa quello che accetta un ruolo secondario, ma che resta motivato quando lo chiami in causa. Joao Mario è stato perfetto quando è stato chiamato in causa e ha cambiato la partita. Si tratta di squadra non di invidualità. Una squadra che deve consumare l’altra squadra domani. Dobbiamo fare questo e qualcosa in più.
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