8 Novembre 2017

Mancini: “L’Inter poteva aver acquistato Dybala, ma è mancato il coraggio. Sul mio addio vi dico che…”

Il tecnico di Jesi ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni del Corriere dello Sport
mancini inter

Roberto Mancini ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni del Corriere dello Sport. Il tecnico di Jesi ha trattato diversi temi, tra i quali l’Inter è certamente quello più ricorrente. Ecco le sue parole:

Roberto Mancini, cosa ha detto il campionato finora?
“In testa ci sono tutte quelle che dovevano esserci. Forse la Lazio ha fatto qualcosa in più e il Milan qualcosa in meno”.

E’ l’anno giusto per il Napoli per vincere lo scudetto?
“Il Napoli è forte e ogni anno può essere quello giusto quando hai una formazione così. Dovrà fare i conti con la Juve che è tosta, concreta ed abituata a stare sempre lì. Sarà una bella sfida”.

Insigne ha già raggiunto lo status del top player? “Insigne è forte, ma lì ce ne sono anche altri bravi. Per esempio c’è Hamsik che volevo portare all’Inter quando era al Brescia. Che dite, mi sbagliavo? (sorride, ndr)”.

Vedendo il Dybala di inizio stagione, quello dei 10 gol in 6 giornate, ha il rammarico di non essere riuscito a portarlo all’Inter?
“L’Inter poteva aver chiuso il suo acquisto. Con il Palermo l’affare era già fatto, bastava alzare l’offerta. Se metti sul tavolo 25 milioni e te ne chiedono 35, per un giocatore così un sacrificio va fatto e stop. Si vedeva lontano un miglio che sarebbe diventato un campione. E può migliorare ancora molto. Bisognava solo avere il coraggio di anticipare la Juventus. Mi è dispiaciuto non allenarlo perché è uno che fa divertire”.

Chi è il miglior centravanti straniero della Serie A: Higuain, Icardi, Dzeko o Mertens?
“Mertens non è un centravanti e lo escludo dalla lista. Gli altri tre sono tutti forti ed è impossibile scegliere”.

La sorprende vedere l’Inter terza in classifica con 9 vittorie e 3 pareggi?
“Non mi sorprende perché sapevo che era solo una questione di tempo perché tornasse in alto. Abbiamo costruito una base importante che sarebbe migliorata anno dopo anno”.

Quanto c’è di Spalletti in questa partenza super dei nerazzurri?
“Luciano sicuramente è un allenatore bravo ed esperto che ha giocatori importanti. I meriti vanno divisi tra tutti”.

Vedendo che nell’attuale formazione titolare dell’Inter ci sono 7 elementi che aveva anche lei all’inizio della scorsa stagione, ha la sensazione di aver lasciato a metà un lavoro?
“A volte in un processo di crescita si commettono degli errori e si fanno delle scelte sbagliate, ma si vedeva che la squadra c’era. Il mio lavoro è stato lasciato a metà come quello di tutti i tecnici esonerati, ma mi fa piacere che l’Inter sia di nuovo in alto”.

Se ripensa all’estate 2016 e a quelle settimane “turbolente” con Thohir e Bolingbroke, farebbe qualcosa di diverso?
“Assolutamente no. La preparazione atletica l’avevamo fatta bene, altro che discorsi, ma il precampionato era stato organizzato male: troppi spostamenti, pochi allenamenti. Certe partite per prendere pochi soldi non dovevano essere programmate”.

Dove può arrivare questa Inter? E’ giusto che punti alla qualificazione alla prossima Champions o può sognare lo scudetto?
“Se si troverà lì in alto verso la fine lotterà per lo scudetto”.

Tra le grandi nelle zone alte della classifica manca all’appello solo il Milan.
“Vale lo stesso discorso fatto per Inter negli scorsi anni: quando ricostruisci ci vuole pazienza perché i momenti difficili ci sono”.

Tolto il Napoli, la Sampdoria gioca il miglior calcio della Serie A?
“Giampaolo è uno preparato e lo sta confermando”.

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