Mourinho: “Il club nel quale ho fatto meglio? Il Porto. In futuro mi vedo CT. Sulle conferenze vi dico che…”
Lo Special One ha rilasciato una lunga intervista a Sky Sport "Soccer AM"José Mourinho si è confessato ai microfoni di Sky Sport “Soccer AM” ed ha trattato diversi temi, ripercorrendo le tappe alcune tappe della sua carriera:
INIZI DA ALLENATORE – “Ho deciso di diventare allenatore quando ho capito che non potevo ambire a diventare un calciatore a livelli top. Credo il momento chiave sia arrivato all’università, quando avevo 18 anni“.
VITTORIE – “La Champions League è per tutti l’Eldorado, più dei campionati, anche se molte persone pensano che le competizioni nazionali siano più difficili, dato che si tratta di campionati lunghi dieci mesi nei quali bisogna dimostrare tutto il proprio potenziale in tante diverse partite. I miei trofei? Ne ho alcuni nel mio ufficio, poi me li porto dietro quando lascio un club. In ogni caso, non è che mi importi più di tanto per me“.
IL SEGRETO PER ESSERE UN GRANDE ALLENATORE – “Penso che il segreto per esserlo sia dare tutto se stessi ai giocatori. Devi riuscire a far sì che i giocatori avvertano le tue motivazioni. Ci sono giocatori diversi e con diverse mentalità. Alcuni giocatori però arrivano a dire che tu sei il migliore soprattutto perché hai fatto del tuo meglio con loro e li hai resi migliori rispetto alla prima volta in cui li hai incrociati. Con alcuni calciatori questo modo di fare non funziona. Credo che non esista un allenatore perfetto. Io ho avuto molto successo con alcuni, molto meno con altri”.
BILANCI – “E’ difficile da dire quale sia stato il club nel quale ho fatto meglio, anche perché nella mia carriera non sono rimasto per troppo tempo con la stessa squadra. Comunque direi Porto: siamo partiti da zero e siamo arrivati in cima al mondo, vincendo tutto. Il miglior giocatore che ho allenato? Mi rifiuto di rispondere, non sarebbe rispettoso nei confronti degli altri, anche perché tantissimi di loro mi hanno dato davvero tutto“.
NOIA – “Prima delle partite in casa mi annoio sempre: non so cosa fare e a volte sto nel mio ufficio. In quelle in trasferta invece, cerco di passare il tempo leggendo il match program negli spogliatoi. Per me arrivare 90 minuti prima del fischio d’inizio è davvero troppo”.
CT IN FUTURO? – “Sì, credo proprio di sì, perché arriverà un momento nella mia carriera in cui preferirò quel tipo di lavoro. Vivere una Coppa del Mondo o un Europeo dall’interno è un’esperienza che voglio fare”.
CONFERENZE STAMPA – “Se potessi, non ci andrei nemmeno a fare la conferenza, ma capisco che devo andarci. Quando vado, però, non programmo nulla, cerco solo di essere onesto e diretto. Ci sono delle persone alle quali piace quello che dico, ad altre no, ma io voglio solo essere genuino“.
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