Politano: “Spalletti ti fa pensare: “Io per lui darò sempre tutto”. EL? Possiamo vincere, siamo l’Inter!”
Prima parte della lunga intervista concessa dall'esterno nerazzurro a La Gazzetta dello SportIntervistato da La Gazzetta dello Sport, Matteo Politano ha affrontato diversi temi legati al suo presente all’Inter ma anche al suo passato. Ecco la prima parte delle sue parole.
25 PARTITE SU 25 – “Non me l’aspettavo, l’Inter mi sembrava un salto così grande…”.
2018 – “L’anno più bello della mia vita, magico: il matrimonio, il passaggio all’Inter, l’esordio in Champions, il gol in Nazionale…”.
ORDINE D’IMPORTANZA – “Beh, la maglia azzurra e la Champions sono emozioni strepitose. Ma il matrimonio mi ha reso un uomo felice”.
SENTIRSI AL TOP – “Al top non ci si arriva mai. Ho la fortuna di giocare vicino a grandi campioni, non posso che crescere”.
DOVE – “Nel numero di gol, non ne ho mai fatti tanti, la stagione scorsa al Sassuolo è stata un’eccezione, perché avevo un altro ruolo. Devo cercare di segnare di più, essere più cattivo quando mi capita l’occasione. Su questo sto lavorando tanto”.
SUE SOSTITUZIONI – “Se mi limito ai complimenti, può anche farmi piacere. Ma non è corretto. Perché il mister
ha ragionato in base alle tante partite ravvicinate che abbiamo avuto. Deve dosare le forze, siamo tanti e tutti forti”.
SPECIALITÀ DI SPALLETTI – “Parla tanto con noi calciatori, la sua idea di calcio ti entra in testa e non esce più. Ho sentito subito la sua fiducia, è uno che ti fa pensare “per questo darò sempre tutto”. Ho vissuto la sua prima Roma da tifoso, per me era un punto di arrivo, è stata una delle Roma più belle di sempre, mi fermavo a vedere di nascosto i suoi allenamenti, erano uno spettacolo”.
DIFFICOLTÀ DI DI FRANCESCO – “Roma è una piazza pesante, la pressione si fa sentire e non è facile da gestire. E poi ha perso 4-5 giocatori simbolo, ripartire con tanti giovani non è facile”.
IN ITALIA A 25 ANNI SI È CONSIDERATI ANCORA GIOVANI – “L’Italia dovrebbe cambiare, le seconde squadre sono una soluzione per evitare il salto troppo grande dalla Primavera alla Serie B. Ma in generale andrebbe mutato l’approccio mentale nei confronti dei ragazzi: in Inghilterra e in Olanda c’è gente di 18-19 anni con 20 presenze in Champions…”.
STRAMACCIONI – “Senza di lui non sarei qui. Stavo pensando di smettere con il calcio, dopo un anno senza mai
vedere il campo nei Giovanissimi Nazionali. A 16 anni pensavo di prendere un’altra strada. Poi è arrivato lui, dopo un mese ho iniziato a giocare e non ho più smesso. Lo porterò sempre nel cuore”.
SE NON FOSSE CALCIATORE SAREBBE… – “Un meccanico, insieme con mio padre e mio fratello. Le auto mi sono sempre piaciute, quando capitava da bambino andavo in officina ad aiutare papà, montavo e smontavo tutto, adoravo quel lavoro”.
POCO SOCIAL – “Sono riservato, timido. È più forte di me, non riesco a mettermi lì a fare un video e poi postarlo. So che altri lo fanno, ma non è cosa per me. Faccio davvero il meno possibile, ogni tanto piazzo qualcosa anche perché so che i tifosi sono curiosi. Ma quel mondo non lo amo tantissimo”.
MOGLIE – “Siamo lontani dai riflettori. Abbiamo una storia normale. Ci conosciamo dai tempi delle scuole medie, abitavamo a 2 km di distanza a Roma, ci siamo ritrovati a 17 anni e non ci siamo più lasciati. È una donna riservatissima, sono strafelice con lei”.
PIU’ FACILE DIVENTARE PAPÀ O VINCERE L’EL – “Più semplice l’Europa League, per diventare papà c’è tempo, faremo le cose con calma”.
INTER VINCENTE IN EL – “Ci crediamo, il Chelsea è la rivale più forte con cui ce la giocheremo. Ma siamo forti e possiamo arrivare in finale”.
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