Speranze, delusioni e flop: dopo Sneijder all’Inter è scoppiata la maledizione del ’10’. Lautaro invertirà la tendenza?
Dopo il folletto olandese, tra i protagonisti della conquista del Triplete, i calciatori che hanno indossato la maglia numero 10 hanno deluso le aspettativeOggi è stato presentato ufficialmente Lautaro Martinez, acquistato dal Racing de Avellaneda per 22 milioni di euro. È stato rivelato anche il numero di maglia che indosserà l’attaccante argentino nativo di Bahía Blanca: il dieci. Un numero che, dopo Sneijder, per motivi diversi, non ha portato grande fortuna a chi l’ha indossato.
KOVACIC, STELLA INCOMPIUTA
Arrivato a Milano richiesto a gran voce da Andrea Stramaccioni, grande ammiratore delle sue qualità e del talento cristallino, sceglie di indossare la magia numero 10, rimasta orfana del suo precedente padrone, Wesley Sneijder. Eredità non certo leggera per il croato classe 1994 visto che l’olandese era stato uno dei protagonisti della conquista del Triplete.
Vittima molto probabilmente dei numerosi equivoci tattici e conseguenti cambi di ruolo: Kovavic nella sua esperienza in nerazzurro, è stato schierato, nel corso delle sue 97 presenze coronate da 8 gol, in qualsiasi ruolo: mediano, interno di centrocampo, mezzala, trequartista e perfino ala offensiva (Mancini voleva trasformarlo nel nuovo David Silva). Una mancanza di continuità che si è riflettuta anche nell’incostanza delle sue prestazioni.
Il suo talento così non è mai davvero esploso. A più riprese Kovacic è stato definito come il centro del progetto dell’Inter da allenatori, presidenti e dirigenti: nonostante le indubbie qualità tecniche, il croato però non è mai riuscito a prendere in mano la squadra nerazzurra e diventarne uno dei leader tecnici, rimanendo un diamante grezzo destinato a brillare altrove, lontano dall’Italia.
Il 18 agosto 2015 Kovacic si trasferisce al Real Madrid in cambio di 29 milioni di euro più bonus, lasciando così l’Inter dopo due anni e mezzo e con la sensazione di aver mostrato soltanto una minima parte del suo enorme potenziale.
JOVETIC-INTER, QUESTIONE DI.. INCOMPATIBILITÀ
Arriva all’Inter dopo una lunga ed estenuante trattativa con il Manchester City con la formula del prestito con obbligo di riscatto fissato a 12 milioni di euro. Le aspettative nei suoi confronti sono alte: i tifosi lo accolgono con grande calore con la speranza che il montenegrino possa esplodere in maniera definitiva. Dopo aver preso inizialmente la maglia numero 35, con la partenza di Mateo Kovacic eredita la numero 10. La partenza in campionato è sensazionale: 3 gol nelle prime 2 partite portano l’Inter in testa alla classifica della Serie A e lo stato di grazia si prolunga fino ai mesi invernali. l’ex Fiorentina sembra poter essere quel leader tecnico che il suo predecessore non riuscì a diventare: è lui infatti il primo uomo cercato dai compagni nei momenti di difficoltà di una gara.
Arrivati a dicembre, consuetudine degli ultimi anni, l’Inter comincia ad annaspare e l’incompatibilità con il suo compagno di reparto, Mauro Icardi, diventa sempre più evidente. La sconfitta con la Lazio segna l’inizio di una seconda parte di stagione davvero difficile che porterà ad un quarto posto che, dati alla mano, segna il miglior piazzamento interista in campionato dal 2011 in poi. La partenza di Roberto Mancini, che lo aveva voluto a Milano, segna anche la fine dell’avventura in nerazzurro per l’ex talento della Fiorentina, che dopo essere stato messo da parte da Frank de Boer verrà ceduto nel mese di gennaio in prestito al Siviglia, prima di lasciare definitivamente l’Inter nell’estate del 2017 per trasferirsi al Monaco in Ligue 1, nonostante la volontà di restare in nerazzurro manifestata (anche platealmente) dal montenegrino.
Una storia che aveva in un primo momento illuso i tifosi interisti, salvo poi terminare con un addio deludente per tutte le parti in causa.
JOAO MARIO, UN FLOP DA… CAMPIONE D’EUROPA
Giunto all’Inter nel caldo agosto 2016 per una cifra che si aggira intorno ai 40 milioni di euro, Joao Mario è stato l’ultimo calciatore dell’Inter ad aver portato sulle sue spalle la maglia numero ‘10’. Una trattativa che per certi versi sembrava anche snervante, considerato un Europeo vinto e giocato ad altissimi livelli, con lo Sporting CP che aveva gonfiato a dismisura il (reale) valore del ragazzo.
La competizione europea giocata con il suo Portogallo vede la sua consacrazione da esterno offensivo di fascia destra. All’Inter, però, sia de Boer prima, che Pioli dopo, gli cuciono più un ruolo di mezz’ala o trequartista, concedendogli libertà di gioco internamente. Forse troppo caricato dalle aspettative derivanti dalla cifra investita, conclude la sua prima stagione con un grosso punto interrogativo. I tifosi non hanno ancora capito che tipo di giocatore si son ritrovati in squadra: un ragazzo che a sprazzi ha dimostrato di avere fiammate interessanti nel suo bagaglio tecnico, ma di un’incostanza a dir poco preoccupante.
Rinviato con riserva alla stagione successiva – concedendogli l’attenuante dei 4 cambi di allenatore sulla panchina nerazzurra – è con l’arrivo di Luciano Spalletti che il suo rendimento cala ancor di più a picco. Paradossalmente, nel momento in cui la formazione interista sembra aver finalmente trovato stabilità in campo, il portoghese si nasconde dietro le sue paure e, quando viene chiamato dal tecnico toscano ad aiutare la causa, ecco che i suoi errori sotto porta si trasformano in fischi di tutto lo stadio: l’occasione fallita nel derby di Tim Cup segna, verosimilmente, la fine della sua avventura in nerazzurro.
A gennaio, è il primo sulla lista dei cedibili dell’Inter. D’altronde le richieste non mancano, soprattutto dalla Premier League, che è anche il campionato che più affascina Joao Mario. Per questo motivo, alla chiamata di un West Ham alle prese con l’obiettivo salvezza, il trequartista ex Sporting accetta la proposta e si trasferisce in prestito con diritto di riscatto. Un diritto, però, che non verrà esercitato dal club londinese sebbene la salvezza ottenuta nella massima divisione inglese. Il portoghese è così costretto a ritornare all’Inter, ma – come dichiarato dallo stesso alla vigilia del Mondiale di Russia – i rapporti con il club nerazzurro sono ormai compromessi e la cessione a titolo definitivo sembra la soluzione a questo punto più quotata.
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