DESTINAZIONI PARALLELE – Il cielo di Sabiha
Destinazioni Parallele è un piccolo spazio all’interno dell’area extracalcistica di questo sito che intende raccontare piccole storie ed esperienze situate in giro per il mondo. Non ha alcun tipo di ambizione se non quella di condividere con voi lettori riflessioni e punti di vista su tante realtà che spesso vengono dimenticate o non ricordate come devono. Chi viaggia lo sa, si contano sulla punta delle dita gli aeroporti che regalano un piacevole panorama durante la fase del decollo o dell’atterraggio, uno di questi è il ?Sabiha Gökçen? di Istanbul. Situato nella parte asiatica della città, precisamente a Pendik nella zona sud-est, è grazie anche alla sua posizione che permette dall’alto di ammirare uno spettacolo affascinante come pochi. Dai finestrini dei numerosi aerei che arrivano dall’Europa ci si perde nel vedere la grandezza di questa città, il suo galleggiare attorno al Mar di Marmara, il suo skyline tra moschee e grattacieli, l’ordine ippodameo di alcuni suoi quartieri. Pendik è per certi versi il simbolo dell’Istanbul che cresce in silenzio, quella che rappresenta la costante crescita di questo paese sospeso tra tradizione e modernità. Fino agli anni ?70 questa era una zona di campagna e in meno di trent?anni è diventata una delle zone più sviluppate, in particolare è qui che sono stati costruiti il circuito di Formula 1 e l’aeroporto Sabiha Gökçen, una struttura che nel 2010 ha fatto incetta di titoli: Premio Miglior Aeroporto del Mondo del Congresso delle Compagnie Low Cost, Miglior Investimento Turco per il Turismo 2010, Premio Alta Raccomandazione Routes Europe e infine Airport Traffic Growth Award. In un anno l’aeroporto ha avuto un incremento del traffico di passeggeri pari al 71% e secondo i piani entro i prossimi dodici anni raggiungerà un considerevole numero di 25 milioni di passeggeri annui, niente male per essere il secondo aeroporto della città. Per chi passeggia sul lunghissimo lungomare che attraversa i quartieri meridionali come Kartal, Maltepe o Bostanci è diventata un?abitudine vedere i numerosissimi aerei provenire dal mare, quegli stessi aerei che portano con sé un sacco di singole storie pronte ad arricchirsi di un nuovo capitolo in questa immensa città. Non è un caso che quest?aeroporto che sta letteralmente spiccando il volo sia intitolato proprio a Sabiha Gökçen, la prima donna turca a pilotare un aereo nonché la prima donna al mondo pilota combattente. La storia di Sabiha è una di quelle che affascinano il grande pubblico, la classica storia di chi partendo da umili origini è destinato a occupare poi uno spazio importante, proprio come questo aeroporto. Sabiha era originaria di Bursa e all’età di dodici anni quando assistette a una visita dell’eroe nazionale Mustafa Kemal Atatürk gli espresse il desiderio di studiare in un colleggio, Atatürk intenerito da quella bambina la adottò e la portò nella sua residenza presidenziale di Ankara. Da quel momento per lei si aprirono le porte verso la sua più grande passione, il volo, e quando nel 1934 venne istituita la Legge del Cognome che voleva che tutte le persone avessero un cognome ben identificato, a lei non potè che essere assegnato il cognome Gökçen. Gök infatti vuol dire in turco “cielo” e Gökçen ?appartenente al cielo?, cognome più adatto non poteva esserle assegnato. Nel 1937 i primi combattimenti in volo e da lì in avanti una serie di importanti riconoscimenti tra i quali spicca la sua presenza nell’elenco dei 20 più grandi aviatori di ogni tempo stilato niente poco di meno che dalla famosa US Air Force. Una vita spericolata come quella di Sabiha non poteva che avere un finale altrettanto originale e sebbene abbia avuto una normale morte di vecchiaia all’età di 88 anni nel 2001, è singolare il fatto che sia morta lo stesso giorno in cui era nata ? il 22 marzo. Una vita sospesa tra rischio e passione, senz?ombra di dubbio una delle figure più curiose del XX secolo è quella di Sabiha Gökçen. Oggi il cielo di Istanbul è pieno di aerei che volano verso un aeroporto dedicato a lei e lì in alto probabilmente Sabiha vola ancora.